Tutti i trend sulla qualità dell’aria di Bergamo
La pianura padana ha una pessima aria rispetto alla media europea. Abbiamo pensato di approfondire i dati a nostra disposizione per capire i trend degli ultimi anni — che denotano una riduzione significativa, soprattutto per quel che riguarda alcuni inquinanti — e quanta strada resta ancora da fare.
La Pianura Padana è certamente una delle aree più critiche in Europa rispetto al tema della qualità dell’aria, soprattutto per le sue caratteristiche orografiche (una pianura circondata da montagne), climatiche (l’area più estesa in Europa con la minor incidenza del vento) e demografiche (una delle zone più abitate ed economicamente avanzate del continente). Al contempo, da ormai diversi anni, si registra un trend di miglioramento che è utile analizzare per comprendere quanto sia stato fatto e quanta strada sia ancora necessariamente da percorrere.
Cerchiamo di approfondire la situazione dell’area urbana di Bergamo: secondo le analisi sui dati ARPA Lombardia, ricavati dalle due centraline presenti in città (Via Meucci in zona Loreto e Via Garibaldi in centro), si nota una significativa riduzione della concentrazione di quasi tutti gli inquinanti dal 2001 a oggi ed in particolare nell’ultimo decennio. I dati sono coerenti con il trend del bacino padano nel suo complesso, poiché il tema della qualità dell’aria è per sua natura sovralocale e non può essere declinato per singolo comune. I valori registrati a Bergamo seguono dunque l’andamento generale delle centraline degli altri comuni della Bergamasca dell’area di collina e pianura e più in generale sono simili in assoluto ai valori registrati a livello regionale e sovraregionale. Per tali motivazioni è stato siglato l’Accordo di Bacino padano tra le 4 Regioni coinvolte (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto).
Il tema della qualità dell’aria non è circoscrivibile per singoli settori di attività, dal momento che le emissioni che concorrono ai valori registrati (soprattutto nel caso delle polveri sottili) derivano da tutti i comparti: mobilità e traporti, riscaldamento, industria, agricoltura ecc.
I dati delle centraline di Bergamo città
Per un compiuto approfondimento sulle definizioni tecniche in merito ai vari inquinanti e le loro caratteristiche si rimanda al sito di Arpa Lombardia:
Particolato PM10
L’Unione Europea fissa il limite di concentrazione media annua di PM10 a 40 μg/mc (microgrammi/metro cubo).
Consideriamo i dati della centralina con i valori peggiori presente in città (in alcuni anni è quella collocata in Via Meucci, più spesso quella collocata in Via Garibaldi): nel primo decennio dal 2000 la città ha registrato ancora alcuni anni di superamento (ad esempio i 44,3 μg/mc del 2012), ma dal 2013 in poi il valore limite è stato sempre rispettato. La media quinquennale di tale valore, utile a normalizzare anni anomali per le condizioni meteo, ha visto il valore scendere costantemente dai 36,8 μg/mc del 2013 ai 27,6 μg/mc del 2022, con una riduzione del 25% in 9 anni.
Una curiosità: tornando alla media del singolo anno, nel 2020, nonostante il lockdown e il blocco dei trasporti, la concentrazione media annua di Pm10 si era attestata intorno ai 30 μg/mc, mentre il 2021 e il 2022 hanno registrato valori inferiori, a riprova della complessità del fenomeno, non ascrivibile ad una sola fonte di emissioni.
Dal 2030 L’Unione Europea potrebbe rivedere i limiti attualmente in vigore — anche per avvicinarli ai valori suggeriti dall’OMS, decisamente più bassi, tanto da non essere rispettati dalla gran parte delle città europee -, chiedendo una media annua inferiore a 20 μg/mc. Proiettando nel futuro il trend attualmente in corso, le centraline di Bergamo dovrebbero centrare l’obiettivo per quella data.
Ancora più evidente è il trend di diminuzione del numero giorni di sforamento dei limiti di concentrazione giornalieri di PM10. L’Unione Europea chiede infatti di non superare per più di 35 giorni all’anno il valore di 50 μg/mc. Nel caso di Bergamo, si passa dai 100 giorni di sforamento annui di una quindicina di anni fa (ben 127 giorni nel 2004) ai 35 giorni nel 2022. La media quinquennale dei giorni di sforamento passa da 73 giorni/anno del 2013 ai 36 del 2022, con una riduzione del 50%. Nell’anno attualmente in corso, fino ad oggi, son stati 14 i giorni di sforamento nella stagione invernale di Bergamo, il dato più basso mai registrato nei primi 4 mesi dell’anno, nonostante l’assenza di precipitazioni. Il problema delle PM10 è molto più marcato nel periodo invernale.
Particolato PM 2,5
Anche il particolato fine mostra un trend di riduzione significativo. Una sola centralina rileva questo valore dal 2009 ed è quella situata in Via Meucci. In questo caso, l’Unione Europa fissa il solo limite della media annua al valore di 25 μg/mc e non fissa limiti giornalieri. Ancora frequentemente sopra il limite fino pochi anni fa, questo valore non è stato più superato dal 2017 in poi.
La media quinquennale dei valori di PM 2,5 è in grado di normalizzare le variabilità dei singoli anni e mostra un andamento che passa dai 27,3 μg/mc del 2013 ai 20,8 del 2022, con una riduzione del 24%.
È probabile che l’Unione Europea abbassi il limite alla soglia di 10 μg/mc dal 2030. In questo caso, il trend di riduzione attualmente in corso non sarebbe sufficiente a centrare il nuovo obiettivo e dunque va accelerato con politiche più spinte.
Pur rispettando gli attuali limiti UE e pur avendo recuperato diverse posizioni negli ultimi anni, in merito al tema del PM 2,5 Bergamo resta, in compagnia delle altre città padane, in fondo alla classifica delle aree urbane europee. Bergamo è infatti 356esima su 375. Tra le città italiane, alle spalle di Bergamo, figurano Cremona, Padova, Vicenza, Venezia, Brescia e Piacenza. Con valori pressoché identici e poco sopra in classifica figurano Alessandria, Asti, Verona, Treviso, Milano, Pavia, Torino, Novara, a riprova di quanto il tema sia comune a tutta la pianura e il lavoro da fare sia ancora molto cospicuo a livello di bacino, con il coinvolgimento delle 4 Regioni.
NO2 — Biossido di azoto
Considerando i valori di biossido di azoto e osservando le medie quinquennali dei valori delle due centraline di Bergamo (sempre Meucci e Garibaldi) si osserva un trend di diminuzione marcato negli ultimi anni. L’attuale limite europeo chiede di non superare una media annua di 40 μg/mc. Nel 2022 la centralina di via Meucci ha rispettato ampiamente tale limite (31,3 μg/mc), quella di via Garibaldi lo ha leggermente superato (41 μg/mc). Il biossido di azoto è più legato alla componente traffico rispetto alle polveri sottili.
Dal 2030 l’Unione Europea ha annunciato una riduzione del limite a 20 μg/mc. Osservando la linea di tendenza delle centraline di Bergamo, è necessario uno sforzo maggiore per conseguire questo obiettivo.
Ozono
Definito anche “inquinamento estivo”, l’ozono non proviene da emissioni dirette, bensì ha natura di inquinante secondario. In sostanza non viene emesso da nessuna sorgente, ma si forma in atmosfera a partire da altre sostanze (NOx, COV) in presenza di radiazione solare (tipica del periodo estivo). Si forma nelle aree antropizzate della pianura e si sposta nelle aree sottovento, soprattutto nella zona pedemontana lombarda. A conferma di ciò, i valori più alti in gran parte delle province non sono stati registrati nelle stazioni del capoluogo ma in zone rurali o comunque sottovento alle aree massima antropizzazione. Il dato regionale più alto (132 giorni oltre i limiti) è stato rilevato nel 2022, come già negli anni precedenti, nella stazione di Moggio, un paese montano a più di 1200 m s.l.m. in provincia di Lecco.
L’Unione Europea fissa un valore di protezione a non più di 25 giorni annui con la media mobile di 8 ore superiore a 120 μg/mc. È l’unico inquinante che non presenta in Lombardia e in Pianura Padana un chiaro trend di riduzione, ma al contrario valori altalenanti a seconda delle diverse caratteristiche meteorologiche delle singole estati, con dati annui sempre problematici.
Il limite è in fatti superato in tutte le provincie della Lombardia, con particolare riferimento a quelle pedemontane, per le ragioni spiegate prima. In provincia di Bergamo la centralina peggiore ha visto nel 2022 più di 100 giorni di superamento (118).
Altri inquinanti
Le centraline di Bergamo rilevano anche i valori di biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene. Per tutti questi inquinanti i valori sono da tempo ampiamente sotto i limiti europei. Per una consultazione più precisa si rimanda ai dati presenti sul sito ufficiale di Arpa Lombardia.
Le politiche per l’aria
Le politiche di mobilità, l’espansione della rete del teleriscaldamento, gli incentivi per il rinnovo delle caldaie a gasolio, la gestione dei rifiuti ed infine le possibilità date dal PNRR su questi settori, insieme agli impegni dell’Amministrazione possono essere efficaci nei prossimi anni a ridurre ulteriormente l’inquinamento atmosferico, soprattutto se coordinate alla scala sovralocale.
Sui trasporti pubblici, Bergamo è stata tra le prime città a portare avanti l’acquisto di autobus elettrici in Italia. Quest’anno sono previsti ulteriori veicoli elettrici e procedono spediti in nuovi progetti infrastrutturali quali la Teb2 verso la Valle Brembana (tramvia), EBrt Bergamo/Dalmine/Verdello (bus elettrici) e i potenziamenti delle tratte ferroviarie.
In merito all’elettrificazione del traporto privato, sono in corso di installazione 32 postazioni di ricarica doppie che si aggiungono alle 32 già esistenti, che sommate alle colonnine nei parcheggi in struttura portano il totale a superare abbondantemente le previsioni nazionali di uno stallo di ricarica ogni mille abitanti.
Quanto alle zone a traffico limitato, il Comune ha lavorato in modo significativo per estenderle in termini di superficie (centro piacentiniano) e di durata (progetto su Città Alta e diverse ZTL scolastiche istituite in questi anni). Il progetto della Città a 30km/h, avviato da tempo dal Comune di Bergamo, ha valenza di salute dell’aria e non solo di sicurezza stradale, perché riduce le emissioni inquinanti.
A tutto questo si aggiungono gli investimenti sulla mobilità ciclabile (piste e corsie ciclabili), la creazione del portale bergamoinbicicletta.it, i nuovi rinnovati servizi di sharing (La BiGi, i monopattini, gli scooter elettrici, il car sharing), la nuova segnaletica ciclabile.
Capitolo teleriscaldamento: l’espansione della rete va avanti e iniziano proprio in questi giorni i lavori per il collegamento con il termovalorizzatore di Dalmine, che oggi funziona ma sostanzialmente spreca il calore prodotto. Una tubatura di 5 chilometri permetterà di allacciare migliaia di appartamenti a Bergamo e spegnere migliaia di caldaie.