“Siete la promessa di un futuro migliore per la nostra città”

Cosa ha detto il Sindaco Gori al Graduation Day dell’Università di Bergamo stamattina in Piazza Vecchia.

Comune di Bergamo

Signor Viceministro, Magnifico Rettore, illustri ospiti, autorità, docenti dell’Università di Bergamo, cari cittadini, benvenuti in Piazza Vecchia per questa giornata di festa. Un affettuoso benvenuto soprattutto a voi, ragazze e ragazzi neolaureati, e ai vostri genitori.

Lo scorso anno, in occasione del primo Graduation Day, avevo raccontato d’avere anch’io una figlia in procinto di laurearsi. Be’, si è laureata, e devo confessarvi che il giorno della sua proclamazione è stato uno dei belli e commoventi della mia vita. Per cui, cari genitori, anche oggi mi metto senza difficoltà nei vostri panni e condivido la vostra soddisfazione, la vostra emozione e il vostro orgoglio nell’accompagnare i vostri ragazzi in un’occasione così importante. Avete ottimi motivi per esserne fieri.

C’è però anche l’orgoglio della vostra Università, che si è presa cura della formazione di questi… ragazzi, e quello dell’intera città, che in loro vede la realizzazione di un percorso avviato 51 anni fa, con la nascita del nostro Ateneo.

Si intese allora investire su un polo di alta formazione che contribuisse a qualificare la classe dirigente del nostro territorio. E fu una felicissima intuizione. Non si poteva però immaginare quale sarebbe stata la dinamica demografica degli anni venire, e soprattutto degli anni che stiamo attualmente attraversando. Non si poteva quindi cogliere, in partenza, l’importanza di un polo universitario capace di attrarre migliaia e migliaia di giovani, da ben oltre i confini della nostra provincia, come l’Università di Bergamo è nel tempo diventata: fondamentale per questa città e per l’intero territorio bergamasco. Per i suoi equilibri demografici e quindi per la sua vitalità, per la sua propensione all’innovazione, per la sua apertura mentale e per lo sviluppo del suo sistema della cultura. Il nostro Istituto Universitario conta oggi oltre 24 mila studenti, e una crescente porzione di questi arriva da fuori regione, se non da altri Paesi. Quindi anche per il suo prestigio e per la sua dimensione internazionale.

Voi, ragazze e ragazzi che oggi festeggiate la vostra laurea, siete la testimonianza di una scommessa vinta e la promessa di un futuro migliore per questa città. A noi il compito di offrirvi le occasioni e le opportunità per decidere di proseguire qui il vostro cammino, di formazione e soprattutto di vita. Ma anche se andrete in altri luoghi, in Italia o nel mondo, il vostro passaggio da Bergamo ci avrà comunque arricchito e resi migliori.

Del resto – direi inaspettatamente – viviamo un tempo in cui il mondo intero ha buone probabilità di trovarsi in debito nei confronti dei giovani. Il risveglio di attenzione e di consapevolezza verso le condizioni di sostenibilità della vita sul pianeta è dovuto alla presa di coscienza e alla mobilitazione di milioni di vostri coetanei, in ogni angolo del globo, e fors’anche alla vostra diretta attivazione. Era da mezzo secolo che i giovani non si trovavano a giocare da protagonisti una partita così importante. Allora determinarono profondi cambiamenti del costume e degli stili di vita, nella direzione della libertà personale, e primo tra tutti l’emancipazione delle donne, che ancora oggi non possiamo considerare un fatto interamente compiuto ma che ha certamente modificato – nel profondo – il nostro modo di vivere e di pensare.

Così io credo sarà anche questa volta. Non mancheranno le critiche. Un sommovimento di questo tipo si porta dietro, inevitabilmente, esagerazioni, radicalismi eccessivi e adesioni a volte superficiali o di maniera. Comprensibili dunque le critiche. Ma la base, di questo cambiamento del pensiero e dei comportamenti, è molto solida. Se ne occupa anche la nuova edizione di Bergamo Scienza che abbiamo inaugurato proprio ieri. Ci sono fatti incontrovertibili a sostenerla, e questa è la grande differenza rispetto alla rivoluzione del costume innescata dal ’68. Allora ci si muoveva nel campo del soggettivo e dell’opinabile. Stavolta no – a dispetto dei negazionisti. E questo immagino potrà determinerà una più rapida propagazione e, mi auguro, un’accelerazione di decisioni conseguenti, anche perché se così non fosse il conto lo paghereste voi, ragazze e ragazzi, voi e i vostri figli.

Per questo siamo in debito nei confronti della vostra generazione. Per quello che non abbiamo fatto fin qui e per la forte spinta al cambiamento che state determinando. Questo alimenta in me un sentimento di speranza. Sarà la conoscenza – nelle forme del progresso scientifico e tecnologico – a indicarci le soluzioni; saranno i giovani a trascinarle nella nostra quotidianità, cambiando il modo di vivere, di alimentarsi e di muoversi. Giovani più conoscenza: esattamente quello che voi oggi rappresentate.

Ricevete quindi il meritato riconoscimento del vostro lavoro di studenti. Sapete bene che non finisce qui. Aldilà del proseguimento dei vostri studi – qualcuno seguirà un corso magistrale, altri un master altri forse un Phd – il punto è che ormai bisogna mettersi nell’ordine di idee che è necessario studiare e imparare per tutta la vita. E’ così ed io la trovo una cosa bellissima, perché ci aiuta a restare curiosi e vitali anche quando gli anni sono molti di più.

Ma oggi è un gran giorno, per voi e per le vostre famiglie, quindi godetevelo fino in fondo.

Mi auguro possiate portare con voi un bel ricordo di Bergamo, degli anni che avete trascorso nella nostra Università e di questa bella città. L’Università ha cambiato Bergamo, in meglio, e così spero che Bergamo abbia cambiato voi, cari ragazzi, con la sua bellezza e suoi valori. Congratulazioni e in bocca al lupo per il vostro futuro.

https://youtu.be/nUUjsCFhHgA

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