Si avvicina la sistemazione delle piscine Italcementi
Si avvicina la riqualificazione delle piscine Italcementi, il centro sportivo di proprietà del Comune di Bergamo che dagli anni ’60 è punto di riferimento per gli sport acquatici della città di Bergamo: la Giunta ha deliberato, al termine di un lungo lavoro di approfondimento, l’interesse pubblico della proposta di sistemazione e gestione del centro sportivo pervenuta nei mesi scorsi agli uffici. Il prossimo passo sarà l’avvio di una procedura di gara pubblica, sulla base della proposta ricevuta, con diritto di prelazione riservato al proponente, come previsto dalla legge. Scopriamo di più.
Parte la procedura tecnica per la messa a bando del progetto
Durante la commissione dello scorso 19 settembre l’Assessora allo sport del Comune Loredana Poli aveva rivelato “di aver ricevuto una proposta di partenariato pubblico-privato che rientra in ciò che prevede il nuovo Codice degli appalti. Si dovrà prima di tutto capire se questa proposta è conforme dal punto di vista tecnico, successivamente la Giunta si esprimerà sull’interesse pubblico, poi ci sarà una procedura pubblica”.
La Giunta ha quindi confermato il Pubblico interesse nei giorni scorsi, avviando di fatto l’iter per l’istruzione della gara pubblica necessaria per concretizzare l’attuazione del progetto. Un piano di riqualificazione e ammodernamento che è stato presentato da un pool di società qualificate: Tipiesse, Pederzani Impianti, A&T Europe Spa, Partecipazioni & Gestioni Srl, ICCREA sono i componenti della compagine che ha avanzato la proposta al Comune di Bergamo ormai nell’estate scorsa. Piano che, oltre all’intervento di riqualificazione, comprende anche un innovativo progetto di gestione dei servizi e della attività riservate ai cittadini.
Il valore dell’intervento si aggira intorno ai 20milioni di euro per quel che riguarda i lavori di cantiere necessari a rimodernare la struttura del centro sportivo, che risulta essere, soprattutto per quel che riguarda gli impianti, ormai vetusto e non efficiente da un punto di vista energetico e dei consumi. Motivo principale delle perdite economiche registrate dalle piscine. “Le piscine sono vecchie, hanno enormi dispersioni energetiche, la manutenzione viene fatta, ma a pezzi, serve invece un intervento complessivo. Questo impianto, così com’è, non è sostenibile” il commento di Poli.
La dimostrazione della vetustà dell’impianto si legge anche nei numeri e nei costi delle utenze dei recenti bilanci dell’impianto. Al netto della straordinaria situazione del 2020 — quando il covid19 impose chiusure straordinarie — e del 2022 — quando i costi energetici son notevolmente incrementati, raggiungendo il milione di euro, per l’effetto sui mercati dell’aggressione russa in Ucraina — le bollette delle piscine si sono attestate intorno a quota 660mila euro, una cifra a cui si accompagnano manutenzioni per quasi 300mila euro su fabbricati e impianti. Questi importi saran destinati a lievitare ulteriormente in futuro, se non si dovesse intervenire in modo radicale sul centro sportivo, poiché la perdita di efficienza continua a crescere, determinando maggiori dispersioni e ulteriori costi.
Diviene molto più evidente il motivo della recente retrocessione del ramo di azienda “Centro sportivo Italcementi” da Bergamo Infrastrutture al Comune di Bergamo, delibera firmata dal sindaco Giorgio Gori e successivamente approvata dal Consiglio Comunale con l’obiettivo proprio di rilanciare le piscine — raccogliendo anche gli appelli di cittadini e associazioni sportive che frequentano il centro — e per favorire la promozione di un intervento di valorizzazione del centro sportivo dotato di notevoli potenzialità attrattive e di sviluppo. La stessa Bergamo Infrastrutture — che negli anni scorsi aveva ricevuto altre proposte che però si erano sempre rivelate non accogliibili da un punto di vista tecnico — si era espressa positivamente circa la retrocessione del ramo d’azienda, chiedendo al Comune di intraprendere “la necessaria e indifferibile ristrutturazione” del centro sportivo.
Poli: “Ultimo tassello del piano di rigenerazione delle strutture sportive della città
“Con le piscine Italcementi chiudiamo il piano di ammodernamento degli impianti sportivi della città. Negli anni della nostra Amministrazione Bergamo ha conosciuto un vero e proprio processo di rinascimento delle strutture sportive, sulle quali si era molto discusso nei decenni precedenti, ma molto poco di concreto si era realizzato. Dallo stadio al nuovo palasport che sorgerà nel quartiere di Celadina, dal nuovo palaghiaccio al palazzetto per gli sport rotellistici, dalla palestra per la scherma di Loreto al nuovo campo Utili (i cui lavori sono appena partiti), dall’upgrade del bocciodromo all’intervento di sistemazione — grazie all’Università di Bergamo — del centro tennis di Loreto, dalla nuova palestra di San Tomaso ai tanti campi da calcio di quartiere rimessi a nuovo, in questi anni abbiamo dato risposte concrete per la sistemazione e l’ammodernamento praticamente della totalità del patrimonio di impianti sportivi della città, creando le condizioni per una crescita del movimento sportivo bergamasco. Le piscine Italcementi sono l’ultimo grande tassello di questo piano: l’iter che prende avvio in questi giorni porterà ad avviare il cantiere entro la fine dell’anno 2024, il che implica che entro il 2026 Bergamo potrà avvalersi di un impianto rimesso a nuovo, più efficiente, più moderno, raccogliendo le tante richieste pervenute negli anni dalle associazioni sportive natatorie che necessitano di migliori condizioni per far crescere ulteriormente non solo la propria attività, ma tutto il movimento cittadino”.
Loredana Poli, Assessora allo sport
Gli indirizzi della Giunta
La Giunta comunale ha approvato anche gli indirizzi per lo svolgimento della gara pubblica e la valutazione delle offerte: l’Amministrazione ha posto una serie di attenzioni e di richieste al soggetto che si aggiudicherà l’intervento di riqualificazione e la gestione dell’impianto di proprietà del Comune.
Innanzitutto, la richiesta di comprimere i tempi dei lavori, organizzando al meglio il cantiere e snellire i tempi di chiusura degli impianti. In secondo luogo, proprio in quest’ottica, l’Amministrazione chiede che le piscine possano riaprire anche gradualmente in più fasi. Altro aspetto fondamentale sarà quello del miglioramento dell’offerta economica per l’effettuazione del cantiere, ma anche l’attenzione alle tariffe — soprattutto a beneficio delle associazioni sportive — una volta riaperti gli impianti: un paletto, quest’ultimo, molto importante per il Comune, che mira a mitigare eventuali o possibili rincari dei prezzi di utilizzo.
“Abbiamo già avviato interlocuzioni con altre Amministrazioni comunali per trovare soluzioni utili a ovviare alle esigenze delle associazioni sportive durante il periodo del cantiere — spiega ancora Poli — e lavoriamo con realtà private, anche cittadine, per assorbire le esigenze del nuoto libero e dei singoli utenti delle piscine. Per quello che concerne l’utilizzo della palestra, entro il mese di settembre sarà pronto il nuovo impianto di San Tomaso de’ Calvi, in via Tobagi, struttura che consentirà di assorbire gran parte delle attività che ora trovano spazio all’interno del centro Italcementi. Inoltre, lavoriamo perché sia possibile prevedere nel bilancio un contributo economico per le associazioni sportive per attutire eventuali spese aggiuntive per tutto l’anno 2025”.
Il Centro Sportivo Italcementi
Fu sottoscritto nel 1972 l’atto con il quale la Società Italcementi fece dono alla Città delle proprie piscine e dell’impianto sportivo di sua proprietà esistente nella zona di Santa Lucia.
L’impianto, il cui valore allora fu stimato in circa 2 miliardi di lire, venne costruito dalla Società nel 1964, per celebrare il proprio centenario di fondazione. Il Comune allora aveva partecipato alla realizzazione procurando l’area e predisponendo tutti i servizi necessari: una collaborazione non secondaria, ritenuta però necessaria per consentire alla Città di poter disporre di nuove piscine, vista la inadeguatezza totale di quelle comunali esistenti, localizzate allora a fianco dello stadio.
Il complesso è attualmente composto da una grande piscina per adulti ed una più piccola per i bambini, coperte, con relativi spogliatoi e servizi; una piscina scoperta, una vasca con trampolini e piattaforme ed un’altra vasca per i più piccoli. Da allora son stati effettuati interventi vari di manutenzione, mai però complessivi e in grado di ammodernare gli impianti, aggiornandoli alle attuali esigenze.
Il volume che accoglie le piscine coperte è l’elemento progettuale più interessante: è un vasto volume retto dalla sequenza di nove portali con mensole a sbalzo su entrambi i lati, lasciate a vista, che superano i trenta metri di lunghezza e che sono state realizzate con una particolare tecnica di presso-compressione, messa a punto da Ravizza e dai tecnici Italcementi che inaugurarono uno specifico laboratorio destinato a prove chimiche e di cantiere per questa sola opera. Le mensole a sbalzo, rastremate alle estremità, hanno sagome trapezoidali a sezione variabile. Sui fianchi, il padiglione è chiuso da vetrate continue — con altezze comprese tra gli otto e i dodici metri — che ne smaterializzano l’imponente massa, mentre l’ingresso è sottolineato da un’ardita pensilina che sbalza nel vuoto per oltre dieci metri, andando a proteggere la scalinata di accesso. All’illuminazione naturale di piscine e palestra — aggregate in un unico spazio, secondo e più avanguardistiche teorie in materia di progettazione di impianti sportivi degli anni ‘60- contribuiscono anche i lucernai in copertura che rischiarano l’atrio e gli spogliatoi, posizionati al centro del blocco e dunque privi di aperture sul parco. Particolarmente interessante risulta anche la scelta di scomporre, all’interno, la scatola esterna, disegnando una serie di volumi con diversa destinazione d’uso (sala degli impianti, ristorante, hall, accesso alle tribune, ecc.), che vengono incastrati tra loro generando sezioni complesse.
L’incarico diretto a Carlo Ravizza fu l’esito di una precedente collaborazione dell’ingegnere biellese con Carlo Pesenti, per cui aveva disegnato un impianto per la produzione di dolciumi in Valle d’Aosta che il proprietario dell’Italcementi aveva avviato con la famiglia Rivetti intorno alla metà degli anni Cinquanta. Colpiti da un lutto, di lì a poco i Rivetti incaricheranno Ravizza di elaborare il progetto per una piscina dedicata alla memoria del figlio Massimo, inaugurata a Biella nel 1958 e divenuta modello per il complesso bergamasco.