Il nuovo sistema di illuminazione previsto per il Teatro Donizetti

Centro Piacentiniano, nel 2022 una nuova luce per palazzi e monumenti e il restauro della Torre dei Caduti

Tutto il centro di Bergamo si rifà il look. Non solo la riqualificazione delle pavimentazioni e delle aiuole tra piazza Matteotti e il Sentierone, non solo la risistemazione dell’ex albergo Diurno e di piazza Dante, l’Amministrazione prevede nel 2022 il restauro e la pulitura della Torre dei Caduti, ma anche un nuovo sistema di illuminazione per valorizzare al meglio il centro Piacentiniano di Bergamo. Ecco cosa c’è da sapere.

Comune di Bergamo
9 min readDec 20, 2021

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Si tratta del più importante intervento sul centro di Bergamo Bassa nell’arco dell’ultimo secolo, ovvero da quando è stato realizzato l’attuale assetto del Sentierone e di piazza Matteotti: un piano che il Comune di Bergamo ha avviato con la ristrutturazione del Teatro Donizetti (19 milioni di euro di intervento per 3 anni di lavori) e che intende completare con la sistemazione delle aiuole e degli spazi verdi di via Tasso, tutto prima dell’avvio dell’appuntamento di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023, l’apertura del quale è prevista per il giorno di Santa Lucia — 13 dicembre — del prossimo anno.

Una nuova luce per i monumenti del centro di Bergamo

L’illuminazione prevista per i monumenti del centro

Non solo pavimentazione del centro piacentiniano, ma anche una nuova “luce”, ovvero un nuovo sistema di illuminazione per i monumenti del centro novecentesco di Bergamo: l’Amministrazione Gori ha approvato la scorsa settimana il progetto che definisce la valorizzazione, attraverso una nuova illuminazione appunto, dei monumenti che sono presenti nei primi due lotti di riqualificazione del centro piacentiniano.

Parliamo del teatro Donizetti, del monumento a Donizetti, della chiesa di S. Bartolomeo e della facciata della Procura della Repubblica, ma anche del ripristino del sistema di illuminazione di piazza Dante con una doppia valenza, quella di pubblica illuminazione e, ovviamente, quella di illuminazione artistica che ripropone il sistema di differenziato di accensione in occasione di “nascite” presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII. Infine, è previsto anche il completamento della pubblica illuminazione dei giardini a lato del foyer del teatro Donizetti.

“L’idea — sottolinea l’Assessore alla riqualificazione urbana Francesco Valesiniè quella di estendere anche a tutti i monumenti e edifici pubblici, presenti nei lotti di riqualificazione del centro, un sistema di illuminazione omogeneo, sia dal punto di vista della tipologia di illuminazione, che dell’aspetto fisico degli elementi che costituiscono gli elementi veri e propri del sistema d’illuminazione. Il concetto che sta alla base del progetto è quello di semplificare e unificare l’illuminazione, liberando gli edifici e i monumenti da elementi tecnologici articolati e invasivi, concentrando in pochi punti esterni le sorgenti luminose, fuori dalla visuale del passante (quindi in posizione molto alta) così da spostare lo sguardo della persona sull’edificio e sul monumento e non sui corpi illuminanti. Stiamo già lavorando al completamento del piano, che prevedrà interventi simili anche sulla Torre dei Caduti, su Palazzo Frizzoni e Palazzo Uffici del Comune di Bergamo e infine sul monumento a Vittorio Emanuele II.”

Il valore del progetto è di 150mila euro e saranno sufficienti 6 settimane per completare i lavori. “L’obiettivo — continua Valesini — è quello di considerare, così come per le opere di riqualificazione in atto, anche l’elemento luce dei “monumenti” un unicum progettuale, al fine di ricondurre tutto il centro Piacentiniano ad un elemento di unicità e contraddistinguerlo con un “segno” unitario riconoscibile, a tutti i vari livelli di intervento. Saremo pronti per l’appuntamento con la Capitale della Cultura 2023: quello della luce, tra l’altro, è proprio il tema scelto per il progetto di Bergamo e Brescia 2023.”

La Torre dei Caduti

La Torre dei Caduti di Bergamo — commenta l’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembillarappresenta lo slancio verso l’alto del centro piacentiniano di Bergamo, un tentativo di ricreare il movimento frastagliato dello skyline di Città Alta anche nella parte bassa della città. La Torre ha bisogno ora di un attento lavoro di pulitura, visto che — soprattutto al di sotto dell’orologio — il tempo e gli agenti atmosferici hanno determinato una grande macchia che va necessariamente rimossa. L’intervento che abbiamo approvato nella Giunta di giovedì 16 dicembre, del valore di 150mila euro, va in questa direzione: ora siamo al lavoro con la Soprintendenza per la definizione del miglior intervento possibile, concluderemo poi l’iter progettuale e poi andremo ad assegnare i lavori, che prevediamo concludersi nel 2022, in tempo per l’inizio del nostro anno della cultura.”

Il progetto di intervento in oggetto consiste nel restauro e nel risanamento conservativo delle superfici esterne di pregio della Torre, superfici che si presentano degradate e deteriorate nella parte superficiale dal tempo e dagli agenti atmosferici.

Le opere che si intendono eseguire consistono nel restauro conservativo delle sole superfici esterne in pietra, con la pulitura, la rimozione di depositi superficiali e croste, applicazione biocida per l’eliminazione di eventuale presenza di organismi naturali.

Murature perimetrali in pietra delle cave di Bagnatica, conci parallelepipedi e a tutta squadra, lavorati a “crespone”, decorazioni esterne in ceppo di Brembate, e altre in pietra artificiali, balaustre in marmo di Zandobbio, finestrone centrale caratterizzato da differenti e pregiati marmi, definiscono e rappresentano tutti la particolarità e la ricchezza architettonica e stilistica della Torre.

Approfondimento: la storia della Torre

La Torre dei caduti viene realizzata negli anni Venti del Novecento nel centro vitale di Bergamo bassa, in un’area contrassegnata da secolari presenze quali l’Ospedale di San Marco e la Fiera; un’area prescelta, dall’Unità d’Italia in poi, ad accogliere le sedi dell’amministrazione locale e statale nonché delle istituzioni e degli enti operanti nel settore economico-finanziario.

Situata dopo l’accesso monumentale di Porta Nuova di fronte al profilo dell’abitato sul colle, l’area, in seguito a queste decisive trasformazioni, viene percepita dalle autorità locali, dalla cittadinanza e dai turisti non solo quale via d’accesso a Città Alta, ma soprattutto quale «centro cittadino» dove esplicare servizi e funzioni, trascorrere il tempo libero, svolgere iniziative di protesta e di celebrazione.

Alle origini del ripensamento dell’area è la crisi irreversibile della Fiera, a partire dalla metà degli anni quaranta dell’Ottocento, crisi legata a una concomitanza di fattori produttivi, commerciali e sanitari. Dopo l’Unità nazionale prende corpo un vivo dibattito sulla destinazione d’uso del fabbricato e degli spazi: l’amministrazione e i cittadini si dividono tra l’ipotesi di una rinnovata gestione e l’abbattimento definitivo quale conseguenza delle mutate esigenze commerciali e urbanistiche.

Il piano regolatore del 1889 prevede la trasformazione del complesso «per causa di igiene e di vantaggio pubblico», aprendo la strada alla decisione del 1906 di bandire un concorso nazionale per la ridefinizione dello spazio occupato dalla Fiera e delle immediate adiacenze. Degli undici progetti anonimi presentati, nessuno secondo la commissione propone la soluzione idonea al problema prospettico e artistico alla base del concorso. Il 4 febbraio 1907, mentre sono ancora vive le polemiche in città per il mancato esito del primo concorso, il Comune di Bergamo ne bandisce un secondo.

Tra i ventisette concorrenti, provenienti da tutta l’Italia, la commissione giudicatrice seleziona quattro progetti per il secondo grado. Il 22 aprile 1908 viene dichiarato vincitore Panorama di Marcello Piacentini e Giuseppe Quaroni, che rispetta la bipartizione dell’impianto ottocentesco della piazza, tra l’antica Strada Ferdinandea e il porticato che si affaccia sul Sentierone, e propone per le nuove costruzioni linee architettoniche e altezze pensate per non turbare la visione panoramica di Città Alta.

Nel 1911 il progetto entra in fase esecutiva con alcune varianti, volte a recuperare l’impianto planimetrico già adottato dal Comune nel 1889. L’opera congiunta di Piacentini con noti ingegneri e architetti operanti a Bergamo, Luigi Angelini, Ernesto Suardo e Giovanni Muzio, porta a termine i lavori tra il 1912 e il 1927.

Aggiornamento: Centro Piacentiniano, lavori in corso per primo e secondo lotto

Proseguono in queste settimane i lavori di riqualificazione dell’ex Albergo Diurno e di piazza Dante, primo lotto di intervento del piano di riqualificazione del centro Piacentiniano di Bergamo voluto dal Comune di Bergamo secondo il progetto (vincitore del bando internazionale) del raggruppamento di architetti Flanerie, capitanato dall’arch. Gianluca Gelmini. I lavori di piazza Dante termineranno entro l’aprile 2022.

Il cantiere ha completato il futuro ingresso circolare dell’ex albergo Diurno (ora perfettamente leggibile anche dai passanti), accanto alla piazzetta Piave. I lavori sui volumi ipogei — svolti dal privato proprietario dell’immobile — sono ormai in uno stato tale che consentono ora di proseguire con la fase di intervento al piano superiore: il Comune di Bergamo ha avviato l’intervento per la pavimentazione della piazza, un lavoro che prevede la completa rimozione dell’asfalto dall’area, la sua sostituzione con una pavimentazione in pietra, il rialzo al livello della piazza di via Monte Sabotino, la realizzazione di nuove aree verdi e la posa di alberature a sostituire quelle eliminate.

Riprenderanno nei prossimi giorni i lavori per la riqualificazione del secondo lotto del centro Piacentiniano di Bergamo lungo il Sentierone e largo Gavazzeni: dopo lo svelamento nelle scorse settimane della prima parte del cantiere, per poter consentire lo svolgimento del Festival Donizetti Opera, ora i lavori sono pronti a ripartire, in modo da completare il resto dello spazio intorno al Teatro Donizetti entro l’inizio di maggio 2022. Nei prossimi giorni saranno riposizionate le barriere che nasconderanno e delimiteranno parte del Sentierone e i giardini di Largo Gavazzeni per consentire il completamento di questa parte del grande cantiere per la sistemazione di tutto il centro novecentesco di Bergamo Bassa. I lavori entreranno nel vivo, poi, subito dopo le Festività 2021.

Prosegue l’iter per l’assegnazione dei lavori del terzo lotto del piano di riqualificazione, quello che insiste lungo piazza Matteotti, ovvero l’area tra viale Roma e via XX Settembre. Il Comune sta accelerando le procedure nel tentativo di avviare il cantiere entro febbraio 2022, in modo da completare l’intervento entro la fine di novembre, in modo da poter liberare l’area per l’inizio degli eventi previsti per la Capitale della Cultura 2023. La prima parte del cantiere insisterà sugli spazi compresi tra via XX Settembre e Palazzo Frizzoni, con quattro diverse fasi di lavori, che progressivamente si sposteranno verso Viale Roma. Come per il secondo lotto, il Comune prevede la sostituzione di tutte le parti in asfalto con una pavimentazione in pietra e porfido, la de-pavimentazione di ampie parti del cosiddetto “sentierino” lungo il filare di alberi al centro dell’area, la piantumazione di nuovi alberi, la realizzazione di nuove aiuole e aree verdi.

Il primo intervento da quando è stato realizzato il centro piacentiniano adegua quest’area della città alle rinnovate ambizioni di Bergamo: l’obiettivo è quello di realizzare un centro più verde, più bello, più elegante, più ordinato, che valorizza il grande motore culturale rappresentato dal rinnovato Teatro Donizetti, un centro più attrattivo senza stravolgere un assetto da sempre caro ai bergamaschi. Mi sembra che questa prima parte di intervento, quello lungo il Sentierone e piazza Cavour, completato per consentire la fruibilità del Festival Donizetti Opera 2021, dimostri che quell’obiettivo è stato raggiunto. Lavoriamo con impegno, ora, per completare la riqualificazione di tutto il centro, illuminazione compresa, entro l’avvio delle iniziative previste per la Capitale della Cultura 2023.”

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo

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