L’Accademia per l’integrazione dimostra che cambiare la gestione dell’immigrazione in Italia è possibile

L’”Accademia per l’Integrazione” è un progetto sperimentale di accoglienza attiva dei richiedenti asilo, focalizzato sulla formazione linguistica, civica e professionale, con la finalità di costruire le premesse per una possibile integrazione fondata sull’autonomia e sulla legalità. Comune, Diocesi e Confindustria di Bergamo ci credono. Ecco cosa hanno costruito.

Comune di Bergamo
4 min readOct 19, 2018

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E’ determinante, per l’efficacia del percorso, l’impegno posto dai richiedenti asilo nello studio e nelle attività di volontariato, oltre che il rispetto delle regole di comportamento previste dall’”Accademia”. Nove mesi impegnativi al termine dei quali i partecipanti potranno usufruire di un tirocinio ed eventualmente di un contratto di lavoro. E’ questo l’obiettivo dell’Accademia per l’Integrazione, esperienza promossa da Comune, Diocesi (attraverso l’Associazione Diakonia e cooperativa Ruah) e Confindustria di Bergamo.

“L’Accademia per l’integrazione è esperimento facilmente replicabile in altri territori. Intende dimostrare che esiste la possibilità di sviluppare un nuovo modello di accoglienza basato su formazione, rispetto delle regole e lavoro, gli elementi fondamentali per una possibile integrazione. Non possiamo tenere queste persone per mesi senza fare nulla: con l’Accademia, nasce un modello molto bergamasco, che mette in moto le energie delle persone che vengono accolte sul nostro territorio.”

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo

Dal 24 settembre, trenta richiedenti asilo (saranno 60 alla fine di novembre), hanno aderito volontariamente al progetto cambiando radicalmente il loro modo di vivere: sveglia alle 6,30 per essere pronti, dopo aver assicurato la pulizia della struttura che li ospita, alle 3 ore quotidiane di lezione di italiano, seguite da un’ora di laboratorio professionalizzante (utilizzo degli attrezzi, sicurezza, pronto soccorso); dalle 14,00 alle 18,00 l’attività di volontariato li vede impegnati, per fare alcuni esempi, nella pulizia dei parchi, delle strade, nella manutenzione delle piste ciclabili, nel censimento dello stato delle strade (buche, marciapiedi, cartelli stradali); dopo cena, fino alle 22,00, studio individuale o in gruppo. Il programma si ripete dal lunedì al sabato alle ore 16,00.

“Un passo avanti in direzione della promozione umana del migrante che supera la necessaria importante accoglienza e presa in cura. Vogliamo aprire nuove frontiere sociali sotto il segno della speranza. L’integrazione si nutre di interazione. Come tutti i segni comincia con dimensioni modeste ma vuole essere un percorso fecondo. Si aggiunge il valore della rete sociale con le istituzioni del territorio. L’impegno è anche quello di alimentare la coscienza delle comunità.”

Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo

I primi sei mesi saranno dedicati all’insegnamento della lingua italiana per portare i richiedenti asilo al livello A2, nel terzo trimestre si svolgerà la formazione professionale affidata a ABF incrociando le necessità delle imprese coinvolte da Confindustria e il bilancio di competenze di ogni partecipante. Nella provincia di Bergamo, dove il tasso di disoccupazione è uno dei più bassi del nostro Paese (4,2%, ISTAT 2017, circa un terzo della media nazionale), diverse imprese manifatturiere e artigianali faticano a trovare manodopera: tecnici specializzati, ma anche personale non specializzato. Proprio a quest’ultimo settore si può rivolgere il progetto dell’Accademia per l’Integrazione.

“Confindustria Bergamo offre la propria collaborazione al progetto “Accademia per l’integrazione” promossa dal Comune di Bergamo, da Caritas e dalla Cooperativa Ruah mettendosi a disposizione per dare indicazioni sui fabbisogni formativi delle imprese e per segnalare alle proprie associate i nominativi di quanti hanno concluso positivamente il percorso”.

Stefano Scaglia, Presidente di Confindustria Bergamo

Il progetto è seguito stabilmente da tre educatori, due operatori e due coordinatori della cooperativa Ruah, due insegnati, ai quali di aggiungono formatori specializzati (utilizzo attrezzi, antinfortunistica).
L’esperimento di #Bergamo vuol essere dimostrazione che cambiare il sistema della gestione dei migranti in Italia è possibile. Senza risorse economiche aggiuntive si possono costruire percorsi di integrazione che consentono ai richiedenti asilo di condividere le regole e la cultura del paese in cui sono arrivati, di rendersi utili alle comunità con attività di volontariato e prepararsi, qualora venisse accolta la loro richiesta di asilo, al mondo del lavoro.

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