La questione di piazza Dante, spiegata a fondo
Spesso si parla della necessità di un intervento per far ripartire il centro di Bergamo Bassa e, alla vigilia di quell’intervento, la questione viene derubricata come un mero taglio di alberi. Dopo aver letto molte inesattezze e informazioni parziali nei giorni scorsi, vi proponiamo un ampio resoconto sul tema della riqualificazione di piazza Dante: un lavoro avviato dall’Amministrazione comunale da oltre 5 anni, tra partecipazione dei cittadini, concorso pubblico e soprattutto un ragionamento a 360° sul centro città e sul suo ruolo. Ecco quel che c’è da sapere.
Nei giorni scorsi molte polemiche sono sorte in città sul tema del taglio di alcuni olmi in piazza Dante, uno degli spazi centrali della città, sorto grazie al bando di progettazione istruito nel 1907 e vinto dal piano firmato Piacentini-Quaroni. Uno spazio nato senza alberi, piantati nel 1950 circa, in un ambito molto delicato e interessante da un punto di vista architettonico.
Per comprendere la questione è necessario fare un salto indietro di qualche anno, visto che il tema non si riduce a un mero taglio di alberi, ma abbraccia un arco temporale di quasi 5 anni e un lavoro lungo e impegnativo.
Il cantiere di piazza Dante che sta per iniziare affonda le radici allora: dopo gli annunci di un concorso per ripensare il centro dell’allora Amministrazione Tentorio (ai quali non seguirono, purtroppo, concrete iniziative), nel 2015 l’Amministrazione Gori ha avviato un ambizioso e strutturale progetto per la rifunzionalizzazione del centro, spesso tema di dibattito per via della sofferenza del suo tessuto commerciale e sociale.
Partì allora un’iniziativa di partecipazione condotta dall’Università di Bergamo e che coinvolse oltre 8000 cittadini, che risposero a oltre 1000 questionari sul tema della rivitalizzazione del centro di Bergamo.
Proprio da quel documento prese le mosse il bando pubblico europeo di progettazione per il centro Piacentiniano, vinto dal pool di architetti bergamaschi “Flanerie”, con un progetto che dimostra attenzione per il contesto esistente, ricco di qualità, ma da tempo in difficoltà. “Lo sguardo allargato dei progettisti si è spinto oltre i confini di un progetto d’architettura: interpretando le richieste del bando hanno prefigurato un’operazione di rigenerazione urbana articolata che implica la condivisione dei molti attori, pubblici e privati, che sono coinvolti direttamente o indirettamente nelle sorti del centro di Bergamo (il Giornale dell’Architettura).”
I progetti vincitori sono stati esposti a lungo a Palazzo della Libertà, perché potessero essere visionati e conosciuti dalla cittadinanza.
Piazza Dante rappresenta quindi il primo tassello di un progetto di rifunzionalizzazione di grande respiro, che ripensa il centro città alla luce delle trasformazioni che in cento anni Bergamo ha registrato, indicando quali punti di forza la pedonalizzazione degli spazi di Largo Gavazzeni e piazza Matteotti e il miglioramento complessivo della qualità dello spazio pubblico.
Le soluzioni progettuali adottate, frutto di un confronto tra Amministrazione, Soprintendenza e progettisti, evidenziano un’attenzione particolare al manto della piazza, con la sostituzione dell’asfalto con una pavimentazione in pietra che si armonizza a quella del resto dello spazio antistante la Procura. La soluzione di concorso con le ali laterali sopraelevate che aveva già suscitato qualche perplessità nella giuria, viene eliminata. La fontana mantiene la centralità della piazza e si trovano nuove soluzioni per l’ingresso all’ex Albergo Diurno, struttura di 1.200 metri quadri chiusa nel 1978 e acquistata per 791 mila euro da una cordata di imprenditori. Le necessarie uscite di sicurezza che dovranno servire lo spazio ipogeo, sboccano sulla piazza attraverso delle scale che vengono, per evitarne il degrado, coperte con piccoli volumi interamente vetrati, onde consentire la piena percezione dello spazio pubblico. Anche l’ingresso principale, in asse con piazzetta Piave, viene ridimensionato con una forma circolare, il cui parapetto sarà anch’esso interamente vetrato, per ridurne al minimo l’impatto.
Il tema del taglio degli alberi si inserisce quindi in un ragionamento molto più ampio e che mira a restituire dignità agli spazi del centro, attualmente — in alcuni casi — non degni di quello che dovrebbe essere il salotto della città.
“Gli architetti e i paesaggisti sono partiti con un obiettivo chiaro, mantenere Piazza Dante come spazio verde del centro di Bergamo, ma hanno fin da subito fatto i conti con la presenza nel sottosuolo della struttura dell’ ex albergo Diurno, che verrà recuperato da un privato per realizzare un nuovo locale. Costruito come rifugio antiaereo nel 1942 (17 anni dopo la realizzazione della piazza, senza alberi, su progetto dell’ architetto Marcello Piacentini), negli anni Cinquanta è stato trasformato in una struttura che ospitava servizi per l’ igiene pubblica, bagni, docce, barbieri e la sala biliardo. Nel 2014 il Ministero dei Beni e delle attività culturali ha istituito un decreto di vincolo che dichiara l’ ex albergo Diurno struttura di interesse storico e artistico. Ciò significa che, al pari degli edifici che normalmente chiamiamo “monumenti”, l’ Ex Diurno è un immobile soggetto a un regime di tutela soggetto alle verifiche della Soprintendenza. È facile capire come la sistemazione della superficie pubblica non possa prescindere dall’intervento di tutela e salvaguardia dell’ edificio vincolato.
Per consentire un progetto di recupero e renderlo di nuovo accessibile al pubblico va garantita l’impermeabilizzazione delle coperture e il loro consolidamento: non è un’opzione eludibile sia per la tutela dell’edificio ipogeo vincolato, che per evitare interventi di rifacimenti successivi sul suolo della piazza necessari per tamponare alla meglio le infiltrazioni. Gli olmi ad alto fusto sono stati piantati 70 anni fa, al termine del cantiere dell’ attuale Diurno, sulle cui coperture affondano le radici, in un terreno poco profondo. Il progetto della nuova sistemazione prevede la ripiantumazione degli alberi eliminati che verranno sostituiti con alberi di seconda grandezza cioè con altezza massima in fase adulta di 10/18 metri, piantati a riformare l’ anello circolare attorno alla fontana. Voglio assicurare che le scelte, (avallate, come necessario, anche dalla Soprintendenza), sono state ponderate e, per quanto riguarda gli alberi, non attengono alla categoria dei capricci estetici. Sono peraltro certa che i nuovi alberi, una volta che raggiungeranno il massimo sviluppo delle chiome, si inseriranno in maniera più armonica e meno conflittuale nell’ identità del luogo e nelle sue contraddizioni.”
Mariola Peretti, progettista del team di architetti Flanerie
Piazza Dante, il cantiere
L’intervento complessivo, che si svilupperà in un arco temporale di un biennio, è composto da due livelli che si integrano strettamente e che dovranno procedere in maniera coordinata , mantenendo comunque una reciproca autonomia dal punto di vista formale e operativo.
· Il primo livello è quello che fa riferimento all’ambito pubblico e alle opere di riqualificazione della piazza, consistenti in interventi di valorizzazione degli spazi aperti con rifacimento delle pavimentazioni e delle aree a verde finanziati nel POP del Comune di Bergamo.
· Il secondo livello è quello che fa riferimento all’ambito privato, cioè ai proprietari dell’Ex Diurno che attueranno interventi di sistemazione generale (restauro, risanamento conservativo e adeguamento tecnologico) dell’edificio ipogeo, finalizzati alla sua riapertura e al suo nuovo utilizzo come locale di intrattenimento aperto al pubblico.
Seppur strettamente integrati e coordinati all’interno del cronoprogramma esecutivo che prevede l’intreccio coerente tra i diversi livelli di lavorazione ed esecuzione, i due livelli fanno riferimento a procedure autorizzative e d’appalto distinte.
PARERI ACQUISITI
· In data 11/12/2018 la Commissione del Paesaggio del Comune di Bergamo ha espresso il proprio parere sul progetto, esprimendo alcune raccomandazioni.
· In data 17/12/2018 la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia ha autorizzato il progetto. Prot. N. 20127
· In data 24/12/2918 la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia ha espresso parere favorevole circa la compatibilità del progetto rispetto al contesto di riferimento e ai valori paesaggistici . Prot. N. 20612, ai sensi dell’art.146, comma 5 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m. e i.
· In precedenza erano stati espressi i seguenti pareri preliminari:
· in data 05/09/2018 Direzione Pianificazione Urbanistica e E.R.P. Progetto Interventi di Riqualificazione Urbana;
· in data 18/09/2018 Direzione Patrimonio — Servizio Patrimonio;
· in data 18/09/2018 Area Servizi generali e Sicurezza- Progetto Sicurezza Urbana e Mobilità — Servizio Mobilità e Trasporti;
· in data 21/09/2018 Direzione LL.PP. Verde Pubblico e Servizi Abitativi — Servizio Verde Pubblico;
· in data 25.09.2018 Direzione LL.PP. Strade, servizi a rete e opere idrauliche.
L’ex Albergo Diurno
Nel ridisegno proposto per la Piazza Dante il progetto fornisce risposta alla richiesta di creare un sistema di accessibilità/deflusso dello spazio interrato dell’Ex Diurno che è destinato nel breve termine ad accogliere nuove attività di intrattenimento aperte al pubblico rientrando così nella tipologia dei Locali di pubblico spettacolo.
Sono previste:
a) La formazione di un nuovo accesso verso il Quadriportico, allineato lungo l’asse che unisce il Teatro Donizetti all’edificio del Tribunale: in superficie, verso la Piazza, la nuova scala avrà una forma circolare circondata da un parapetto trasparente per consentire la permeabilità visiva lungo questa prospettiva che è fondamentale nello spazio piacentiniano.
b) La formazione di due uscite di sicurezza posizionate lateralmente per evitare di costituire blocchi alla permeabilità visiva della piazza: le uscite sono piccoli volumi realizzati in vetro strutturale curvato e sono state dimensionate in rapporto all’altezza della zoccolatura degli edifici attestati, garantendo che non vengano occluse le principali viste della fontana. La forma planimetrica rettangolare con semicerchi finali riprende il disegno della pavimentazione a mosaico presente nel portico di Santa Marta .Unici elementi opachi saranno due montanti verticali in metallo bronzato con sezione sagomata a petalo, entro i quali troveranno posto i condotti di areazione degli impianti che dovranno essere realizzati per il funzionamento dei locali interrati dell’Ex Diurno.
c) L’impianto di sollevamento, previsto con vano e cabina interamente vetrati, verrà collocato in corrispondenza dell’attuale ingresso all’Ex Diurno e cioè sotto il portico verso Piazza Vittorio Veneto.
Sia i volumi vetrati delle uscite di sicurezza che il foro circolare con la scala d’accesso principale verso il Quadriportico, irradieranno luce alla piazza nelle ore notturne, contribuendo a migliorare la percezione di sicurezza del luogo.
La fontana
La fontana settecentesca della Fiera, collocata al centro di piazza Dante, raffigura il Tritone, un uomo con la parte inferiore a forma di pesce, intento a suonare la buccina adagiato su una vasca circolare sostenuta da volute. In basso, parzialmente immersi nell’acqua, si alternano simmetricamente due cavalli e due piccoli tritoni seduti sul dorso di mostri marini. L’acqua, che all’epoca della realizzazione proveniva dalla Roggia Nuova, fuoriusciva come oggi dalle narici dei mostri e dei cavalli marini, nonché dalle conchiglie sorrette dai tritoni, mentre un getto sgorgava dalla buccina suonata dal Tritone più grande.
Nel corso degli anni la fontana è già stata oggetto di interventi.
Tra il 1949 e il 1951, in occasione dei lavori di sistemazione per la trasformazione del rifugio antiaereo in albergo diurno, sono documentati: lo smontaggio della fontana, il restauro della stessa, il ricambio delle tubazioni di carico e scarico e l’impermeabilizzazione della vasca.
Nel 1995 il manufatto fu restaurato da Luciano Formica, grazie all’iniziativa sostenuta dalla Camera di Commercio nell’ambito di “Progetto Bergamo”, sotto il coordinamento della società Markcom, del Comune e di Enti privati e pubblici. In quest’occasione la fontana fu sottoposta ad interventi di pulitura, consolidamento e protezione.
Dopo soli 15 anni, si rese necessario un altro sostanziale intervento e i restauri furono affidati ad Ars Restauri di Tribbia sotto la direzione dell’arch. Guido Roche, grazie alle risorse economiche stanziate dalla Camera di Commercio. Una eccezionale gelata avvenuta nell’inverno 2011/2012 ha provocato una serie evidente di nuovi degradi ad alcune parti appena restaurate.
Il progetto attuale prevede di rimuovere temporaneamente la fontana che è collocata sopra la volta del salone ipogeo principale in posizione non perfettamente centrata sulla chiave di volta dello stesso; l’antico manufatto verrà smontato e collocato altrove per il periodo di tempo necessario a svolgere i lavori . Verrà poi ricollocato in opera nella stessa posizione e completamente restaurato, mantenendo e integrando quanto già fatto nel 2010.
Il progetto del verde
Il progetto ripropone il carattere di giardino della porzione centrale dello spazio, considerandolo un valore urbano importante di questa parte di città.
· Verrà mantenuto il ruolo centrale della fontana con la corona di alberi che la circondano: è questo infatti un elemento che richiama l’identità storica del luogo a partire dalla fiera settecentesca che qui sorgeva prima della costruzione del centro Piacentiniano, avvenuta nei primi tre decenni del 900.
· I parterre verdi verranno ridisegnati mantenendo una superficie verde equivalente a quella esistente e accoglieranno specie erbacee tappezzanti con fioriture stagionali.
· Gli alberi che gravano con i loro apparati radicali sopra le strutture ipogee dell’Ex Diurno verranno abbattuti ( 8 olmi e due aceri di prima grandezza con altezza che può raggiungere anche i 30 mt) . Saranno poi sostituiti con alberi di seconda grandezza cioè con altezza massima in fase adulta di 10/18 mt, piantati a riformare l’anello circolare attorno alla fontana ( che verrà smontata, rimontata e restaurata, come già successo in occasione della costruzione del Diurno nel 1950) , però in posizione leggermente più esterna in modo tale da ricreare l’icona della fiera settecentesca, allontanandosi il più possibile dai punti con spessori di terra minori.
· Verranno mantenuti i tre faggi in angolo sud-est che sono esterni al perimetro della struttura ipogea e quindi non interferiscono con la stessa.
E’ importante sapere che:
1. La Piazza Dante realizzata da Piacentini non aveva alberi: gli edifici della città piacentiniana che si affacciano sulla piazza hanno facciate monumentali ideate per essere viste frontalmente da una certa distanza.
2. Gli alberi preesistenti della fiera vennero abbattuti nel 1925 e la piazza rimase priva di alberature per oltre 20 anni come mostrano numerose fotografie coeve.
3. Il locale interrato che ora chiamiamo ex Diurno, è stato progettato nel 1942 come rifugio antiaereo: è quindi un elemento aggiunto alla piazza Dante progettata dal Piacentini.
4. Originariamente il rifugio antiaereo avrebbe dovuto avere una planimetria ad anello, con lo spazio centrale (quello sotto la fontana) occupato da un terrapieno. Finita la guerra, decaduta l’utilità del rifugio, venne approvata una variante che portò alla realizzazione della sala circolare centrale in sostituzione del terrapieno. Nacque così l’albergo Diurno, cioè una struttura che ospitava servizi per l’igiene pubblica, bagni, docce barbieri.. e la sala biliardo..
Per realizzarlo venne smontata la fontana settecentesca.
5. Ultimati i lavori sotterranei vennero piantati gli alberi che vediamo ora ( che quindi hanno circa70 anni) nel suolo soprastante : a questo punto però gli alberi — olmi di alto fusto — non affondavano più le radici in un terreno profondo, ma sopra le coperture del Diurno , che in alcuni punti, arrivano a 40 cm dal piano della piazza.
6. Nel 2014 il Ministero dei Beni e delle attività culturali ha istituito un decreto di vincolo (n. 284) che dichiara l’Ex albergo Diurno struttura di interesse storico e artistico ai sensi dell’art. 10 del Codice dei Beni Culturali, in quanto “ importante testimonianza storica delle vicende legate al periodo bellico e al tempo stesso interessante costruzione ipogea per l’articolata e scenografica distribuzione planimetrica”.
Ciò significa che , al pari degli edifici che normalmente chiamiamo ‘monumenti’, l’Ex Diurno è un immobile soggetto a un regime di tutela.
7. L’ex Diurno rimase aperto fino alla fine degli anni Settanta e da allora versa in stato di abbandono: da subito si sono manifestati problemi di umidità, condensa e infiltrazioni che , man mano, hanno accentuato il processo di degrado dello spazio e delle sue finiture: il progetto di sistemazione della piazza, non può prescindere dall’intervento di tutela e salvaguardia dell’edificio vincolato che si trova sotto.
L’abbattimento degli alberi esistenti non è quindi un’opzione eludibile sia per la tutela dell’edifico ipogeo vincolato, che per evitare interventi di rifacimenti successivi sul suolo della piazza necessari per tamponare alla meglio le infiltrazioni e danneggiamenti alle strutture sottostanti.
Progetto delle pavimentazioni
Il progetto prevede la ripavimentazione di tutte le parti attualmente asfaltate non adeguate al valore del contesto storico. Verranno invece mantenute le pavimentazioni lapidee già esistenti che saranno estese con materiali analoghi nel disegno della piazza.
La scelta delle nuove pavimentazioni lapidee è stata fatta sulla base dei seguenti criteri:
· eliminare la frammentazione percettiva di spazi, valorizzando la città esistente e i suoi edifici.
· durabilità
· facilità di manutenzione
· migliorare la pedonalità dei percorsi eliminando i salti di quota attualmente esistenti
Più in particolare sono previsti:
· Il rialzo del suolo del tratto di via di fronte all’edificio del Tribunale che attualmente si presenta come fascia ribassata e asfaltata. Si intende inglobare tale fascia ( attualmente separata) nello spazio della piazza, eliminando i salti di quota e pavimentandola in continuità con la stessa.
· Il prolungamento dei passaggi laterali all’edificio del Tribunale, — Via Monte San Michele e Via Brigata Alpina Orobica-, che rappresentano anche due coni percettivi fondamentali per la vista di città alta- estendendo la pavimentazione in porfido con disegni a losanghe già presente anche ai due tratti attualmente asfaltati laterali all’area inerbita di Piazza Dante.
· Nella porzione centrale tra la piazzetta Piave e il Tribunale, per la nuova pavimentazione lapidea verrà utilizzato lo stesso materiale del Sentierone, granito di San fedelino.