La Bergamo di domani sarà più sostenibile, più inclusiva e più attrattiva

Sostenibilità, inclusività e attrattività: su queste tre direttrici principali si è sviluppato — dopo una lunga prodromica fase di partecipazione, fatta di incontri pubblici nei quartieri — il lavoro che ha portato alla stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio, il documento — o meglio, la serie di documenti, ben 130— che definirà lo sviluppo di Bergamo da qui ai prossimi 10 anni e che la Giunta del Comune di Bergamo ha depositato in questi giorni, dando di conseguenza avvio alla fase di Valutazione Ambientale Strategica (che prevede una nuova fase di partecipazione dei cittadini). Abbiamo cercato di farne una sintesi.

Comune di Bergamo
11 min readMay 19, 2023

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Iniziamo da qui: il piano Gori NON è una variante di quello precedente, adottato dall’Amministrazione Bruni e approvato da quella Tentorio, ma un Piano completamente nuovo, che cambia radicalmente, dopo 13 anni, i contenuti, gli strumenti e le finalità del documento strategico di sviluppo della città.

E lo fa intorno a obiettivi (se ne è molto parlato durante la prodromica fase di partecipazione, disponibile qui) molto chiari, che si possono riassumere — in estrema sintesi — così:

  • La città si trasforma su sé stessa: consumo di suolo zero senza più espandere il territorio edificato e ripensando gli strumenti di gestione e governo della città costruita esistente
  • Infrastrutture e spazio pubblico al centro dello sviluppo: mobilità e accessibilità ragione e fondamento della trasformazione urbanistica della città
  • Valorizzare l’ambiente: si ripensa e si aggiorna il grande progetto della Cintura verde e si ampliano e rafforzano le forme di tutela e salvaguardia del territorio
  • I servizi pubblici esistenti al centro di un nuovo welfare urbano: un nuovo modello per migliorare la città pubblica
  • La cultura motore dello sviluppo: valorizzazione del patrimonio edilizio a fini culturali e Cultural trail.

Cerchiamo di approfondirli tutti.

Consumo di suolo ZERO: saranno tagliati 1.150.000 metri cubi di edificabilità, poco meno di 400 mila metri quadri

Il fatto che si tratti di un piano ambizioso e coraggioso si comprende già a una prima analisi dei contenuti del documento. Innanzitutto, l’Amministrazione Gori taglia 1,15 milioni di metri cubi di edificabilità riconosciuta oggi dal Piano vigente, il più significativo taglio di volumetrie mai realizzato in città (furono poco meno di 800 mila i metri cubi ridotti dall’attuale Piano rispetto a quello precedente), a dimostrazione della centralità del tema ambientale nella visione della Bergamo futura. Gli ambiti di trasformazione vengon ridotti drasticamente a soli 3: Porta Sud, l’ex Gres e l’ex Reggiani, tutte grandi aree dismesse ancora da riconquistare per ricucire il tessuto urbano della città.

Tutti gli altri ambiti — erano addirittura 41 nel piano vigente! — vengono cancellati laddove previsti su suolo libero, mentre i restanti passano nel Piano delle Regole, sottoposti quindi a un sistema di norme più stringenti che punta a densificare la città e a migliorarne la qualità urbana.

La città quindi si trasforma migliorandosi, non espandendosi: un cambio di prospettiva radicale, che passa anche attraverso un sistema di regole più snelle e soprattutto più chiare. Le scelte che l’Amministrazione ha fatto in questi anni su molti progetti specifici (Stadio, Accademia di Guardi di Finanza, Chorus Life) vengono riportate attraverso il nuovo Piano ad una visione più organica e sistematica, a favore di un’idea di città che guarda al sua interno, intervenendo nel migliorare le condizioni del suo patrimonio, densificando là dove possibile il suo tessuto costruito a favore di una più radicale preservazione della aree libere.

Il che implica un futuro miglioramento delle strutture della città, anche perché alle possibilità edificatorie si accompagna la necessità di garantire più servizi e contropartite pubbliche. Qualità al posto di quantità: la Bergamo di domani sarà quindi più bella e, per questo, più attrattiva.

Nascerà un nuovo grande Parco e si svilupperà la Cintura verde da ovest a est della città

Al significativo taglio delle volumetrie il nuovo Piano fa seguire la previsione di una città più verde e nella quale la questione ambientale è centrale, coerentemente con le politiche che si susseguiranno nei prossimi anni, con Bergamo chiamata a guidare, insieme ad altre 99 città europee, la transizione ecologica e la decarbonizzazione entro il 2030.

Il PGT prevede di rafforzare il livello di protezione del sistema ambientale esterno al tessuto urbano esistente, incrementando di altri 3,5 milioni di mq di territorio l’estensione attuale del Parco dei Colli. Nasce, quindi, una nuova vasta area verde denominata “Parco delle Piane Agricole”, che si estende dalla Valle di Astino abbraccia la città a sud fino alla Martinella — attraverso una serie di stanze verdi che passano dal Parco Martin Lutero alla Trucca al Parco Ovest, al sistema dei Corpi Santi.

Per poter consolidare questo spazio, il Piano prevede il consolidamento di tutte quelle aree che compongono il sistema ambientale a sud della città, attraverso il progetto della “Cintura Verde”: per potervi riuscire il Comune punta all’acquisizione di oltre 300 mila mq di territorio — che quindi diverranno patrimonio pubblico — attraverso lo strumento della compensazione urbanistica. Quest’ultimo è un progetto già presente nel Piano tutt’ora vigente, ma per potersi realizzare in tempi più brevi e certi aveva bisogno di essere ripensato nei suoi strumenti e nel suo percorso di attuazione.

Casa e scuola ridisegneranno la socialità e gli spazi di quartiere della Bergamo di domani

Una città più bella e attrattiva, ma non inaccessibile. Anzi, l’intenzione è quella di costruire una Bergamo più inclusiva nei prossimi anni, e, per poterci riuscire, il Piano di Governo del Territorio dell’Amministrazione Gori sviluppa un’attenzione particolare sul tema della casa e su quello della scuola, individuati come volani di sviluppo sociale e dei quartieri.

Per costruire questa proposta il Comune di Bergamo si è avvalso della consulenza anche di una dei massimi esperti sul tema dell’housing sociale oltre che ex assessore di Milano Gabriele Rabaiotti, a dimostrazione della centralità del tema dell’abitare nella visione della città di domani.

L’obiettivo è quello di costruire attrattività innanzitutto per le più diverse fasce di popolazione, dagli studenti (universitari e non) a coloro che hanno fino ad ora guardato all’hinterland e al territorio provinciale con maggior interesse.

Tra le misure che il Piano individua per centrare questo obiettivo, vi è, Innanzitutto, l’obbligo di riconoscere il doppio della percentuale di housing sociale rispetto a quella oggi prevista — la quota passa dal 10% al 20% -, laddove si preveda la realizzazione di nuove destinazioni residenziali. L’8% di questa quota potrà essere messo in vendita a valori convenzionati, mentre il restante 12% verrà messo sul mercato in affitto calmierato o, in alternativa, potrà essere “monetizzato” all’Amministrazione comunale, che si impegna a finanziare con il ricavato il nuovo Fondo per l’Abitare: questa sarà una misura che consentirà di compensare la riduzione sempre più significativa di finanziamenti regionali sul tema della casa, andando a sostenere i più diversi provvedimenti, come quello sulla morosità incolpevole e/o sull’incontro, nel mercato privato, tra domanda e offerta di immobili in locazione.

La scuola, in parallelo, diviene punto strategico — di natura anche sperimentale — del nuovo disegno della città pubblica, grazie a tre fondamentali presupposti:

1. l’alto valoro simbolico che le scuole incorporano (diritti sociali, presidio pubblico, luogo di riconoscimento per una comunità)

2. La loro distribuzione capillare conferisce alle scuole un ruolo di baricentro e di prossimità nelle pratiche di vita quotidiana nei diversi quartieri della città

3. L’intrinseca capacità di fare rete sul territorio e di intessere percorsi di inclusione.

La scuola diviene quindi, nella visione sviluppata dal PGT, una leva straordinaria per quel che riguarda le scelte urbane e urbanistiche della città. Un nuovo modello di quartieri e di welfare si sviluppa infatti intorno ad esse, scelte come luoghi essenziali innanzitutto per via della capillarità della loro presenza nei quartieri cittadini, ma anche per via della necessità di individuare nuove funzioni all’interno dei propri spazi, che risentono della crisi demografica e della conseguente perdita di iscrizioni, tanto più significativa se spostiamo lo sguardo da qui a 10 anni.

Il miglioramento dello spazio pubblico e dei quartieri si sviluppa quindi a partire proprio dalle scuole: il miglioramento della qualità della città esistente si muove lungo una direttrice policentrica, che abbraccia la città in tutte le sue parti e dà centralità a suoi quartieri.

Questo condiziona notevolmente anche la stesura dei futuri piani delle Opere Pubbliche e i loro obiettivi: il Piano, di fatto, fornisce un ampio ventaglio di possibilità di sviluppo e di soluzioni, tanti quanti sono i plessi scolastici presenti nel territorio cittadino, lasciando l’individuazione delle loro priorità alla partecipazione dei cittadini e alle reti di quartiere.

Infrastrutture e spazio pubblico saranno al centro dello sviluppo della città

Il nuovo Piano individua — un’assoluta novità — le cosiddette “dorsali della rigenerazione”, luoghi privilegiati della trasformazione urbanistica dei prossimi anni. Ambiti caratterizzati da un’elevata accessibilità, garantita dalla presenza, nelle vicinanze, di infrastrutture di trasporto pubblico sia su gomma che su ferro.

E’ lungo di esse che si concentrano gli Ambiti di trasformazione e tutte le aree ad elevato grado di trasformabilità, concentrando, di conseguenza, le risorse derivanti dalle stesse trasformazioni verso la riqualificazione urbana degli spazi pubblici. Il nuovo PGT recepisce quindi le nuove opere che il PNRR è destinato a realizzare a Bergamo (la ferrovia tra la stazione e l’aeroporto di Orio al Serio, la nuova tramvia verso Villa d’Almè, l’E-BRT che collegherà Bergamo alla sede dell’Università di Dalmine su tutte) e le pone al centro dello sviluppo della città dei prossimi anni. Lungo queste dorsali si orientano anche le più significative novità del piano sulle politiche del commercio.

Sarà possibile governare l’insediamento delle medie strutture di vendita

Molto, sul tema del commercio, l’Amministrazione Gori aveva già fatto attraverso l’approvazione della “Variante 10”, una variante al PGT esistente che aveva molto semplificato le regole sul tema dell’insediamento commerciale in città, ma anche costruito una visione che favorisse la tenuta e l’espansione del tessuto dei negozi a Bergamo.

Una delle cose che non era stato possibile governare, proprio perché non prevista dal PGT targato Tentorio, era stato l’insediamento di nuove medie strutture di vendita. La loro proliferazione ha, in qualche caso, dato risposta alle esigenze di alcuni quartieri, al contrario, in altri frangenti, ha reso concorrenza alla rete esistente dei negozi di vicinato.

Il nuovo Piano punta proprio a governare questo fenomeno, concentrando le possibilità di realizzazione di queste strutture nelle aree del Distretto Urbano del Commercio e lungo le dorsali di ingresso in città, soprattutto intorno ai nodi infrastrutturali (pensiamo ad esempio alle fermate del tram).

La cultura sarà motore di sviluppo della città

Sviluppato nell’ambito di Bergamo Brescia Capitali della Cultura 2023, il progetto del “cultural trail” ha l’obiettivo di mettere a sistema il patrimonio artistico e culturale esteso all’intero territorio, oltre i principali circuiti-turistici della città. Obiettivo di questa nuova infrastruttura è quello di ri-bilanciare la pressione turistica tra centro città e territorio urbano, valorizzando paesaggi e manufatti geograficamente periferici ma non meno interessanti da un punto di vista storico, architettonico e culturale.

Il cultural trail si appoggia su alcuni tracciati del sistema ciclopedonale esistente e si estende oltre ad esso, individuando nuove potenzialità di fruizione del paesaggio periurbano, lungo i margini tra città e campagna, nelle aree interstiziali e nei frammenti oggi senza una chiara vocazione d’uso.

Ne nasce un percorso che porta a scoprire il grande patrimonio della città, che si sviluppa oltre l’asse che dalla stazione conduce in Città Alta, e che punta a creare un nuovo equilibrio non solo nei flussi di visitatori in città, ma anche nello sviluppo dei servizi a loro dedicati.

Lungo il percorso si sviluppano nuovi interventi di micro forestazione urbana e vegetazione, non solo in grado di produrre ossigeno e assorbire le particelle inquinanti dalle principali fonti di inquinamento, ma anche contrastando il fenomeno del cambiamento climatico e i picchi di calore.

Il piano delle attrezzature religiose individuerà 4 nuovi luoghi di culto

In Celadina, in via Borgo Palazzo, Campagnola e San Tomaso. Qui il Comune, attraverso un avviso pubblico, ha individuato le aree, dove chi è interessato potrà realizzare edifici di culto, ciò che tecnicamente il Pgt definisce «attrezzature religiose». Nella mappa della città, il nuovo piano ritaglia spazi anche per queste destinazioni. Può essere un luogo per edificare una nuova chiesa cattolica, ma anche per una chiesa valdese o un centro islamico. Il Pgt dice che in quell’area può essere attivata la procedura, ma non specifica a quale confessione destinarla.

Un tema delicato quello della realizzazione di nuovi luoghi di culto, per la cui individuazione l’amministrazione comunale, circa un mese fa, ha pubblicato una manifestazione di interesse, rivolta a tutti coloro che fossero disponibili a mettere a disposizione delle aree per ospitare questa funzione. Sono state presentate cinque proposte. Una proposta è stata scartata perché su area libera. Nella manifestazione d’interesse pubblicata ad aprile, si parlava di qualsiasi confessione religiosa. Un obbligo di legge quando si deve stendere un nuovo Piano, tanto che, a Brescia, nel 2013, il Tar della Lombardia annullò il PGT proprio per la mancata previsione del piano delle attrezzature religiose. Una disponibilità di aree, quella contenuta nel Pgt, che dovrà fare i conti con le regole stringenti imposte dalla Regione, come il reperimento dei parcheggi pubblici, in misura non inferiore al 200 per cento della superficie lorda di pavimento dell’edificio da destinare a luogo di culto.

“Il nuovo Piano che abbiamo predisposto consente finalmente all’Amministrazione comunale di dotarsi di uno strumento di governo del territorio cittadino all’altezza di tempi che stiamo vivendo, consolidando in modo più sistematico quanto già fatto in molte delle operazioni promosse in modo più puntuale in città sul tema della riqualificazione e rigenerazione urbana e superando finalmente la difficile gestione di altre previsioni urbanistiche del piano precedente, approvato ormai più di dieci anni fa, che abbiamo dovuto in molti casi inevitabilmente subire, condizionando le scelte della stessa Amministrazione. Ora siamo di fronte ad uno strumento urbanistico che sa leggere con sguardo nuovo e aggiornato le molte sfide che incidono profondamente sulla qualità di vita della nostra città e del suo territorio”.

Francesco Valesini, assessore all’Urbanistica

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