Il grazie di Bergamo a medici, infermieri, operatori, volontari e tanti altri. Ecco com’è andata la cerimonia di consegna delle benemerenze 2020

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 30 giugno, il Comune di Bergamo ha consegnato le civiche benemerenze relative all’anno 2020. Tradizionalmente questo appuntamento cade a fine anno, ma l’Amministrazione ha deciso di rinviare la cerimonia alla prima occasione utile affinché i premi potessero essere consegnati in presenza e non a distanza, via web. 10 medaglie d’argento, 4 medaglie d’oro, 37 targhe a riconoscimento dell’impegno profuso a beneficio della città, in un appuntamento particolarmente sentito e significativo dopo quel che è avvenuto in città la scorso anno. Riviviamo l’evento.

Comune di Bergamo

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Il discorso del Sindaco Giorgio Gori dal palco della cerimonia:

“Buonasera, benvenuti.

Quella di stasera è un’edizione molto particolare della cerimonia di consegna delle benemerenze civiche.

Per il calendario, innanzitutto. La tradizione vuole che le medaglie della città siano consegnate sul finire dell’anno, di solito pochi giorni prima di Natale. Questa volta siamo andati ben oltre, per evidenti ragioni di carattere sanitario.

Siamo ancora qui con le mascherine, e in numero forzatamente ridotto, a distanza di sicurezza l’uno dall’altro. E però anche solo il ritrovarci, partecipare alla cerimonia “in presenza” — come abbiamo imparato a dire — guardandoci in faccia, in questo teatro bellissimo finalmente restituito alla città… anche solo questo è per me un motivo di gioia, spero lo sia anche per voi.

Significa infatti che si è fatta della strada, che finalmente le cose vanno meglio. Siamo consapevoli dei rischi che potrebbero derivare dalla diffusione di nuove varianti del virus. Questo ci spinge a rimanere vigili e prudenti. Ma il numero delle persone vaccinate è in costante crescita. La protezione funziona. Un passo alla volta, torniamo a riprenderci la nostra vita.

Veniamo dall’anno più nero della nostra storia recente. Ho riletto in questi giorni il discorso delle benemerenze 2019, pieno di speranza e di buoni auspìci. Nessuno di noi poteva immaginare ciò che ci sarebbe accaduto di lì a poche settimane. Eppure è successo. Da un giorno all’altro.

La minaccia di cui leggevamo sui giornali, collocata dall’altra parte del mondo, si è materializzata in mezzo a noi con indicibile violenza.

Non tornerò al racconto di quelle settimane. Ognuno di noi ne ha un ricordo personale, in molti casi legato a qualcuno che non c’è più.

Questo è stato il 2020: un anno di sofferenze, di lutti, di paura e di incertezza. Per tanti nostri concittadini, aldilà degli aspetti sanitari, è stato segnato da difficoltà materiali, dalla perdita del lavoro o dalla drastica riduzione del reddito. Hanno patìto i bambini, i loro genitori, gli studenti costretti a casa e le persone anziane che vivono sole.

Ma non possiamo dire che sia stato solo questo.

C’è un rovescio della medaglia, in questo caso positivo, che è fondamentale riuscire a riconoscere e a raccontare.

L’epidemia di Covid-19 ha colpito Bergamo come nessun’altra città in Europa. Nell’epidemia Bergamo ha però trovato energie che forse nemmeno sapeva d’avere, attingendo alle sue competenze e alle sue riserve morali.

L’abbiamo vista coi nostri occhi, la resistenza di cui la nostra comunità è stata capace. Negli ospedali e nei quartieri, sul fronte sanitario e nel sostegno ai più fragili.

E’ importante, allora, riuscire a trovare un posto — accanto al ricordo dei nostri cari e a tutto ciò che abbiamo imparato da questa terribile esperienza — per ogni gesto di cura, di coraggio, di generosità e di solidarietà che in quei mesi è stato prodotto, così da dargli il giusto valore e consolidarne la memoria.

Le medaglie d’oro del 2020 hanno questo significato. Rimandano tutte alla vicenda della pandemia — non abbiamo voluto mescolare altre motivazioni — e fissano la riconoscenza della città, di cui l’amministrazione comunale vuole farsi interprete, nei confronti di alcune figure, individuate per categorie, le principali, che nel momento per noi più difficile ci hanno reso orgogliosi di essere Bergamo.

Sono uomini e donne che hanno fatto la differenza; per i quali si è spesso usata l’espressione “eroi” — non so dire se appropriata. So che ognuno di loro ha fatto più del proprio dovere, prendendosi più rischi, con più umanità e capacità di sopportare la fatica. In prima linea e nelle retrovie, spesso supplendo ai limiti di un sistema che come sappiamo era sostanzialmente impreparato a ciò che è accaduto.

Abbiamo pagato comunque un prezzo altissimo, ma senza i loro sforzi sarebbe stato molto peggio. Per questo le medaglie d’oro, come segno di una riconoscenza duratura.

Le abbiamo volute accompagnare con alcuni riconoscimenti speciali, non meno sentiti, con cui abbiamo inteso riconoscere altri soggetti degni di menzione e soprattutto dare conto dell’enorme mobilitazione che si è prodotta sul fronte del volontariato.

Poi ci sono le benemerenze civiche, le medaglie d’argento, da cui anzi inizieremo la cerimonia, e qui abbiamo fatto una scelta del tutto diversa.

C’è stato il Covid, ci siamo detti, ma Bergamo è stata e resta molto di più. Bergamo è cultura, è innovazione, è apertura internazionale, è competenza, ricerca scientifica, inclusione sociale, generosità, senso civico, lotta verso le discriminazioni.

Tutto questo va riconosciuto, e premiato, perché è da qui che la nostra città può ripartire. Anzi, sta già ripartendo.

Il destino che ha assegnato a Bergamo il ruolo di epicentro dell’episodio più drammatico che abbia colpito il pianeta dalla fine della seconda guerra mondiale, tanto da farne un emblema della pandemia, non cancella i valori e le qualità di cui la nostra comunità è ricca. I dieci premiati di questa sera ne sono i portatori e in qualche modo i simboli. Da loro possiamo trarre esempio e ispirazione.

Torniamo a guardare avanti, a costruire, a cercare di migliorare noi stessi e la città; consapevoli che molte cose nel frattempo sono cambiate, che quello che ci aspetta non è un semplice “ritorno alla normalità”, ma un quadro diverso, che richiede una forte capacità di adattamento, individuale e collettiva. Che ci sono criticità, che alcune fragilità si sono acuite, che quindi sarà ancora più importante lavorare per l’inclusione e per la coesione sociale. Che non sarà facile.

Ma vediamo anche le potenzialità. La spinta che deriva dalle politiche europee per la ripresa e la transizione ecologica, l’avvio di una fase caratterizzata da investimenti e riforme che si saldano alle migliori caratteristiche del nostro territorio: solidità del tessuto produttivo, qualità delle agenzie di formazione, ricchezza dei giacimenti culturali e del terzo settore, compattezza delle istituzioni. A partire da qui, da questi punti di forza, cogliamo sin d’ora i segni di una nuova e promettente vitalità.

Nella difficoltà estrema abbiamo dimostrato quale sia la tempra di questa città, di quale resistenza, dedizione e generosità sia capace. Adesso possiamo respirare e rialzare lo sguardo. Di fronte abbiamo sfide e opportunità. Se sapremo affrontare le prime con umiltà e decisione, potremo cogliere anche le seconde.

Le storie dei premiati di questa sera indicano la rotta. A noi, tutti insieme, il compito di seguirla.”

Il video che il Comune di Bergamo ha realizzato lo scorso anno, nel pieno della prima ondata pandemica

Ecco nello specifico l’assegnazione delle quattro medaglie d’oro e delle 10 benemerenze, con le motivazioni comunicate dal Comune di Bergamo. I riconoscimenti erano stati annunciati lo scorso dicembre, ma la consegna, prevista inizialmente a gennaio, non si era potuta tenere a causa dell’emergenza coronavirus.

MEDAGLIE D’ORO

PERSONALE MEDICO DELLA CITTA’ DI BERGAMO
«La pandemia che ci ha travolti — si legge nella motivazione — nei mesi di quest’anno, è riuscita, nella sua atroce e cruda manifestazione, a far emergere la qualità, la forza e la professionalità di tutto il personale medico che ha lavorato al fianco del personale socio-sanitario e infermieristico, notte e giorno, combattendo il Covid-19, malattia sconosciuta e drammaticamente letale. Solo la tenacia, l’esperienza e la bravura del personale medico impegnato in questa lotta hanno rappresentato una luce nel momento più buio che Bergamo abbia mai conosciuto dopo la Seconda Guerra Mondiale».

INFERMIERE E INFERMIERI DELLA CITTA’ DI BERGAMO
«Bergamo è stata la città più colpita dal coronavirus durante la prima ondata pandemica: tutti i quartieri e tutte le famiglie hanno dovuto affrontare questa grave emergenza in poco tempo e con pochissime informazioni a disposizione. Sia per chi si è recato in ospedale, sia per chi è dovuto rimanere a casa per curarsi c’è sempre stata un’infermiera o un infermiere che si è preso cura dell’ammalato. Tutti ricordiamo le foto di infermiere e infermieri che mostravano i segni dell’uso prolungato delle mascherine e della visiera dopo estenuanti turni diurni e notturni. Ognuno di noi ha ancora in mente, con commozione e riconoscenza, l’enorme impegno profuso, con grande coraggio ed efficienza per la salute degli ammalati».

PERSONALE AUSILIARIO OPERANTE NELLE STRUTTURE SANITARIE E SOCIO-SANITARIE DELLA CITTA’ DI BERGAMO
«Durante la pandemia da Sars-CoV2, che ha colpito e continua a colpire la nostra Città, fra le figure impegnate in prima linea nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie si sono distinte alcune categorie di lavoratrici e lavoratori che intendiamo riconoscere per il valore del loro operato e premiare con la massima benemerenza della Città di Bergamo. Sono gli Ausiliari Socio-assistenziali (A.S.A.), gli Operatori e le Operatrici socio-sanitarie (O.S.S.) e gli Addetti delle Pulizie negli Ospedali e nelle Rsa. Questi lavoratori e lavoratrici si sono distinti per senso di responsabilità e spirito di sacrificio. Hanno inoltre contribuito a garantire il rapidissimo turn-over dei posti letto nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie, che rappresentanza uno dei mezzi principali a disposizione per ridurre la gravità clinica e quindi la mortalità dei pazienti infetti che necessitano di ricovero — nonché le migliori condizioni di pulizia e sanificazione degli ambienti di cura».

VOLONTARI DELLA CITTA’ DI BERGAMO
«La pandemia da Sars-CoV2, soprattutto durante la cosiddetta prima ondata, ha sconvolto gli ordinari ritmi della nostra città e ha imposto un grave, quanto ineludibile, isolamento fisico — con conseguenze emotive e sociali profonde per tutti noi. Ma il senso di incertezza, dolore e smarrimento si è attenuato grazie a centinaia di persone, i volontari della Città di Bergamo, che hanno assunto la cura nella nostra città e soprattutto di chi, fra noi, è più vulnerabile. La fitta rete di gruppi, cooperative, associazioni e organizzazioni territoriali di volontari della nostra città si è, infatti, immediatamente attivata, forte del suo grandissimo senso di comunità, impegnandosi nell’assistenza delle persone più vulnerabili (con la consegna dei farmaci, alimenti, pasti, mascherine), nel montaggio di tende pre-triage all’esterno degli ospedali e nella costruzione dell’Ospedale — Fiera di Bergamo, nella distribuzione di mascherine sul territorio, nel fornire supporto tecnologico ai più anziani anche per permettere loro di comunicare con la famiglia lontana, nel garantire sostegno psicologico (o anche solo compagnia) ai più fragili. Al loro fianco si sono proposti centinaia di singoli cittadini, che instancabilmente hanno dato il meglio di sé per aiutare la comunità bergamasca in un momento così doloroso».

BENEMERENZE CIVICHE

PEPI MERISIO
«È considerato uno dei più grandi fotografi italiani e mondiali, spesso le sue fotografie sono state utilizzate per le campagne pubblicitarie di famosi produttori di fotocamere professionali quali Leica ed Hasselblad. Nonostante la sua notorietà ha sempre conservato, anche professionalmente, una grande modestia. Ha donato al Museo delle Storie di Bergamo, lo scorso anno, il suo archivio fotografico, di valore inestimabile, con immagini sia della nostra terra che di altri luoghi lontani».

CLELIA E MONICA MORZENTI
«Le sorelle Clelia e Monica Morzenti hanno scelto di destinare una cospicua parte del patrimonio ereditato alla realizzazione di un’opera che rispondesse a bisogni essenziali per persone fragili, utilizzando a questo scopo l’area in via Angelo Mai 30, dove sorgeva la sede delle società Morzenti creata dal padre Antonio. A questo scopo hanno costituito la Fondazione Morzenti onlus, dotandola delle risorse economiche necessarie per realizzare un edificio ecosostenibile, destinato all’housing sociale e alcuni appartamenti con percorsi di autonomia abitativa e dedicati a persone con problemi di fragilità psichiatrica».

IMMAGINARE ORLANDO APS
«Associazione di promozione sociale costituita nel 2009 con l’obiettivo di promuovere cambiamenti intorno ai temi dell’identità, delle relazioni e delle rappresentazioni del corpo. Si impegna nel creare attività culturali e formative di utilità sociale sul territorio bergamasco, con interazioni nazionali e internazionali, e nell’organizzare politiche culturali e progetti educativi volti a stimolare un processo di cambiamento sociale che valorizzi le differenze, contrasti stereotipi, discriminazioni, bullismo implementando le buone prassi culturali. L’Associazione si impegna a lavorare in positivo nel decostruire i presupposti culturali che possono portare all’omonegatività, all’omo-lesbo-trans-bi-fobia e alla violenza di genere, e a realizzare reti e alleanze con altre associazioni al fine di rafforzare la lotta contro le discriminazioni e i pregiudizi».

ESN — ERASMUS STUDENT NETWORK
«ESN (Erasmus Student Network) Bergamo si è fatta attiva promotrice dei valori comunitari sul territorio tra le giovani generazioni, agevolando l’eliminazione di barriere linguistiche e culturali e facilitando l’inserimento degli studenti Erasmus nel nostro tessuto, coniugando l’aspetto ludico a quello pratico e sociale. Nata a Utrecht nel 1989, è un’Associazione no-profit che, con i suoi 13.500 volontari in 39 Paesi, rappresenta la più grande organizzazione studentesca del continente anche a livello numerico, con una crescita media di adesioni del 12,3% annuo. Ha come principali obiettivi quelli di arricchimento della società attraverso la promozione del programma Erasmus+ e della mobilità studentesca e l’integrazione degli studenti internazionali. La sezione bergamasca ESN Bergamo si fa promotrice di questi obiettivi sul territorio, agevolando l’esperienza Erasmus anche nella nostra città e facendosi forte portavoce dei valori comunitari di cui sopra».

PAOLO MAGRI
«È un autorevole analista di politica internazionale che ha avuto la capacità di saper diffondere e divulgare le sue valutazioni e il suo pensiero, facendo del processo di internazionalizzazione e globalizzazione che stiamo vivendo non solo una ristretta specificità tecnica, ma un processo di formazione sempre più ampio e coinvolgente. Paolo Magri è Vice Presidente Esecutivo dell’ISPI e docente di Relazioni Internazionali all’Università Bocconi; membro del Comitato Strategico del Ministero degli Affari Esteri; membro dello Europe Policy Group del World Economic Forum (Davos); membro dell’Advisory Board di Assolombarda e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Italia-Cina. È inoltre membro del Comitato Scientifico di: Real Instituto Elcano, del Centro di Eccellenza per le Stability Police Units (CoESPU), del Centro Militare di Studi Strategici (Ce.Mi.S.S.) e della Fondazione Italia per il dono Onlus. E’ stato funzionario presso il Segretariato delle Nazioni Unite a New York e, fino al 2005, Direttore delle Relazioni Internazionali all’Università Bocconi di Milano. Dal 2006 al 2015 è stato Vice Presidente del CESVI (Cooperazione e Sviluppo)».

ACCADEMIA DELLO SPORT PER LA SOLIDARIETA’
«L’Associazione organizza annualmente tornei che consentono una significativa raccolta di donazioni a favore delle associazioni impegnate nell’ambito della promozione sociale e socio-sanitaria. Da oltre trentacinque anni l’Accademia dello sport per la solidarietà persegue l’obiettivo dell’eccellenza in un impegno che si traduce in aiuti concreti devoluti sul territorio attraverso progetti importanti, a partire dalle donazioni di sofisticate strumentazioni mediche. Negli ultimi quindici anni le donazioni hanno raggiunto complessivamente il milione e 400 mila euro».

BRUNA GALAVOTTI
«Psichiatra, decana dell’Associazione Donne Medico di Bergamo, Bruna Galavotti si è distinta come professionista nell’ambito della medicina, ricoprendo ruoli professionali che mai prima a Bergamo erano stati affidati a una donna in campo scientifico, professionale, culturale e sociale. Da un lato la dedizione allo studio, che ha caratterizzato la sua vita in modo esemplare, ha permesso un approccio innovativo nella pratica medico-clinica della neuropsichiatria infantile, con conseguenti benefici sulla comunità in cui ha operato, dimostrando un’attenzione pioniera nell’assistere la famiglia oltre che il giovane paziente. Dall’altro, la sensibilità per la condizione femminile, l’ha portata a distinguersi anche per l’impegno profuso affinché le donne fossero riconosciute nei ruoli professionali per le loro competenze».

LA REDAZIONE DI SPAZIO. DIARIO APERTO DALLA PRIGIONE
«È il nome della rivista quadrimestrale nata nella Casa Circondariale di Bergamo. La sfida della rivista è migliorare e ridare fiducia alla vita attraverso il valore trasformativo delle parole. La redazione della rivista è formata da detenuti e detenute che seguono con continuità il laboratorio di scrittura di esperienze attivo da 18 anni nel carcere. La rivista dà voce alle persone detenute, uomini e donne, che scrivono articoli per farsi ascoltare dal mondo esterno, da un pubblico lettore che da casa prova a prefigurarsi la realtà carceraria e dare un volto ai detenuti. Il laboratorio propone anche incontri con scrittori e personalità della cultura. La rivista si inserisce nelle esperienze significative nel carcere: da un lato ci sono quelle di inserimento lavorativo, dall’altro, come questo caso, quelle di riscatto culturale per aiutare a passare dall’irresponsabilità alla responsabilità delle azioni, da relazioni degradanti a rapporti costruttivi con i compagni, colleghi e agenti di sicurezza, dall’espiazione della colpa all’impegno per una seconda possibilità di vita».

FULVIO ACQUAROLI
«Per l’alto impegno e senso civico dimostrato per la nostra città in maniera totalmente volontaria, della sua presenza costante e puntuale di rappresentanza delle istituzioni durante le cerimonie. Fulvio Acquaroli è diventato punto di riferimento per molti mettendosi a disposizione per esigenze di protezione civile, promuovendo numerose iniziativa di natura sociale, culturale e sportiva, coinvolgendo le associazioni in collaborazioni attive, lavorando senza sosta e attuando numerose iniziative e azioni meritevoli di riconoscimento sociale».

ALESSANDRO MEDOLAGO E ARMANDA RUGGERI
«Nella sua vita Alessandro Medolago si è speso per coniugare l’attività imprenditoriale con l’attenzione alle esigenze, in primis culturali, della nostra città. Restato orfano di entrambi genitori, a diciotto anni dovette superare grandi difficoltà, anche economiche, nell’affrontare una vita professionale costruita con grande impegno, fondando nel 1958 la Termigas affermatasi a livello nazionale e internazionale come leader di qualità nel settore degli impianti idraulici e sanitari. Dopo il suo ritiro dall’attività imprenditoriale, nel 2012 ha dato vita, con la moglie Armanda e il cognato Zaverio Ruggeri, alla Fondazione MERU — Medolago Ruggeri — per la ricerca biomedica, con lo scopo di promuovere la conoscenza e contribuire a mantenere vivi ideali che da sempre sostengono il progresso dell’umanità. La Fondazione opera principalmente mediante finanziamenti pluriannuali concessi, su base di riconosciuta eccellenza, a giovani scienziati che mirino a completare la propria formazione a livello internazionale per sviluppare progetti indipendenti di ricerca biomedica, di base e applicata. In altre parole, la Fondazione MERU vuole contribuire a creare le future generazioni di ricercatori. Inoltre, per facilitare la fruizione delle scoperte scientifiche e renderle disponibili alla comunità, nel 2016 Sandro, Armanda e Zaverio hanno creato MERU-VasImmune, una “start-up” innovativa che opera in California (San Diego) e a Milano per sviluppare nuovi metodi e strumenti diagnostici ad assistere la ricerca farmaceutica nell’identificazione di nuovi farmaci nell’ambito delle malattie cardio e cerebrovascolari e della tromboinfiammazione. Per il raggiungimento delle proprie finalità la Fondazione MERU opera anche nel campo dell’arte, in considerazione del rapporto che lega arte e scienza. Così è nato nel 2013 il programma annuale MERU ART*SCIENCE RESEARCH PROGRAM, promosso insieme alla GAMeC e all’Associazione BergamoScienza, per sostenere l’attività di artisti impegnati nello sviluppo di ricerche interdisclipinari».

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