Gli auguri di fine anno del Sindaco Gori ai cittadini di Bergamo
“Un anno che non dimenticheremo” si è appena chiuso. Il Sindaco Gori rivolge il suo messaggio ai propri concittadini, indicando le priorità per il 2021.
Cari concittadini,
siamo alla fine di un anno che non dimenticheremo, un anno terribile a causa della pandemia di COVID-19. Bergamo ne è stata colpita in modo violentissimo.
Tra marzo e aprile a causa del virus abbiamo perso parenti, amici, colleghi: quasi 700 vittime solo in città. Decine di migliaia di nostri concittadini si sono ammalati, molti in modo grave. Bergamo si è ritrovata di colpo sulle prime pagine dei quotidiani e dei siti di tutto il mondo, tra i titoli dei notiziari, identificata con le immagini, drammatiche, dei camion che nella notte del 18 marzo trasportavano in altre città le salme dei nostri morti.
Abbiamo sofferto e abbiamo avuto paura, come mai ci era accaduto da molti decenni a questa parte. Ma abbiamo anche saputo dare una grande prova di resistenza e di coesione. Non ci siamo lamentati. Abbiamo stretto i denti e moltiplicato i gesti di solidarietà a vantaggio dei nostri concittadini più fragili. Abbiamo trasformato il dolore in operosità.
Nel frattempo abbiamo cambiato il nostro modo di vivere. Durante il lockdown, quando le nostre strade sono rimaste vuote per settimane, e dopo, nei mesi in cui abbiamo cercato di riprendere le nostre attività, sempre però con la necessità di stare attenti: e quindi evitando i luoghi affollati, usando le mascherine, scoprendo un’espressione nuova — “il distanziamento sociale” –, osservando un’infinita e mutevole serie di regole e di prescrizioni. Sacrificando le scuole, lo sport, l’intrattenimento e tutto ciò che nella normalità siamo abituati a vivere collettivamente; rendendo più radi i contatti con gli altri; imparando a comunicare e a lavorare attraverso lo schermo di un computer; e passando poi per la seconda ondata, attraverso i colori — rosso/arancione/giallo — che hanno caratterizzato i diversi livelli di rischio e le conseguenti limitazioni.
Per fortuna la seconda ondata è stata qui molto meno violenta, forse proprio grazie alla cautela che non ci ha mai abbandonato, neanche durante l’estate, cautela e responsabilità che derivavano dall’aver conosciuto più di altri le conseguenze terribili del virus. E comunque, di nuovo chiusure, di nuovo ragazzi a casa da scuola, di nuovo incertezza e preoccupazione per il futuro.
Oggi per fortuna sappiamo che c’è una soluzione, uno strumento per lasciarci tutto questo alle spalle, e questo strumento è il vaccino. Ci vorranno mesi per arrivare a vaccinare almeno il 70% della popolazione, quanto è necessario per sconfiggere il virus, e questo non ci mette al riparo dal rischio di nuove ondate e dalla necessità di continuare ad essere attenti e responsabili. Non è ancora finita. Ma adesso abbiamo un orizzonte, una speranza concreta. E guardate, è una cosa eccezionale, che deriva da un enorme impegno della comunità scientifica internazionale. Ora è giusto esigere che non ci siano ritardi e inefficienze. Altrettanto importante è però che non ci siano resistenze, timori, pregiudizi verso il vaccino. Vi assicuro, se dipendesse da me lo farei oggi stesso, e così i miei familiari. E’ troppo importante.
Lo è anche per la ripresa economica e per il lavoro. La crisi Covid ha un profilo sanitario e un profilo sociale, anche a Bergamo, e il secondo non è meno critico. Molti nostri concittadini si sono scoperti improvvisamente vulnerabili. C’è chi ha perso il lavoro e chi lo ha visto ridursi insieme alla minima sicurezza economica. Le richieste di aiuto si sono moltiplicate. Guardando al nuovo anno il mio primo pensiero è dunque per queste persone.
Non abbiamo bacchette magiche ma metteremo tutto il nostro impegno in due direzioni: la prima, favorire la ripresa delle attività economiche e del lavoro in città, a partire dal turismo; perché il turismo con il Covid si è praticamente azzerato, ma ripartirà; e il progetto che lega Bergamo e Brescia come capitali italiane della Cultura 2023 è l’orizzonte su cui vogliamo rilanciarlo. E poi la trasformazione della città, le opere pubbliche, il superbonus per la riqualificazione energetica degli edifici: più progetti riusciremo a far partire, o a favorire, senza venir meno alla prospettiva di una città più verde e sostenibile, e più contribuiremo a restituire lavoro e sicurezza ai nostri concittadini.
La seconda è la lotta alla povertà, che sappiamo di non poter affrontare da soli. Lo strumento del Fondo di Mutuo Soccorso — su cui torno a chiedervi di aggiungere le vostre donazioni — ci ha consentito in questi mesi di aiutare tante persone, ma non basta. Vogliamo costruire un’”alleanza locale contro la povertà” che veda il Comune coordinarsi con la diocesi, le fondazioni, il Terzo settore, i sindacati e i tanti privati che possono dare una mano, e che operi concretamente coinvolgendo i quartieri, affrontando l’emergenza alimentare come quella abitativa.
Il 2021 sarà da questo punto di vista un anno decisivo, perché vi leggeremo ancora le conseguenze della crisi provocata dal Covid, e perché — allo stesso tempo — sarà un anno di ripartenza e di rilancio per tutti noi. In cui contiamo di vedere anche i primi benefici derivanti dalle risorse europee del Recovery Fund.
Vaccini, lavoro, lotta alla povertà: le priorità sono queste.
Diciamo addio al 2020 con un pensiero affettuoso alle tante vittime dell’epidemia e un grande “grazie” a chi nell’emergenza si è prodigato con generosità, sul fronte sanitario e non solo.
Adesso è il momento di alzare lo sguardo e di ritrovare la fiducia, aiutati anche da simboli come questo nostro Teatro Donizetti completamente rinnovato, magnifico, che apposta ho scelto per il mio saluto.
Nel concludere, voglio dedicare un pensiero ai ragazzi che frequentano le scuole della nostra città, dai più piccoli a quelli delle superiori e dell’università, molti dei quali vengono da fuori. Mi aspetto che il 2021 sia un anno di rinascita per la scuola bergamasca, che viene da mesi molto complicati. A questi ragazzi, alle loro famiglie e ai loro insegnanti voglio dunque rivolgere un augurio speciale, un augurio carico di ottimismo, perché la loro formazione e la loro crescita come persone sono la promessa di un buon futuro per questa città.
E auguri di cuore a tutti voi, care concittadine e cari concittadini: perché il prossimo sia davvero un anno buono. Auguri!