Ecco il logo di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura 2023
Una lettera B, iniziale dei nomi delle due città che per la prima volta sono state scelte come duplice Capitale italiana della Cultura, che diventa un 3, evocativo del 2023, anno delle celebrazioni e dello slancio culturale di Bergamo e Brescia. Ecco cosa c’è da sapere.
Una lettera B, iniziale dei nomi delle due città che per la prima volta sono state scelte come duplice Capitale italiana della Cultura, che diventa un 3, evocativo del 2023, anno delle celebrazioni e dello slancio culturale di Bergamo e Brescia. Ma in un’altra chiave di lettura, resa possibile dall’uso di geometrie astratte, il segno grafico rosso suggerisce anche l’idea di una molla elastica che spinge le due città oltre i luoghi comuni che da sempre le accompagnano, quali città laboriose e pragmatiche, che solo pochi anni fa forse nessuno pensava potessero diventare capitali culturali dell’intera Italia. Sono queste alcune delle suggestioni sintetizzate nel logo scelto per Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. A realizzarlo, la bresciana Akòmi, agenzia di comunicazione, che ha partecipato alla gara bandita dalle due città per ideare il progetto di identità visiva e logotipo dell’evento.
Il logo sarà proiettato, a partire dalle ore 19 del giorno di Santa Lucia, 13 dicembre, per circa 2 mesi sulle facciate dei municipi di Bergamo e Brescia, Palazzo Frizzoni di piazza Matteotti nel capoluogo orobico, Palazzo del Monte di Pietà in Piazza della Loggia nel capoluogo bresciano. Ad accendere i proiettori saranno i Sindaci delle due città: Giorgio Gori, accompagnato da Laura Castelletti, a Bergamo; Emilio Del Bono, affiancato da Nadia Ghisalberti, a Brescia. Sindaci e Assessore sveleranno anche due grandi installazioni (di 3 metri di larghezza x 3 metri di altezza e altrettanti di profondità) che, rispettivamente in Piazza Vittorio Veneto a Bergamo e in Piazza della Vittoria a Brescia, scandiranno i giorni fino alla conclusione dell’appuntamento della Capitale, alla fine del 2023.
Non solo: da martedì 14 il logo comparirà sui mezzi pubblici (bus, tram, metropolitana e bike sharing) dell’Azienda Trasporti Bergamo e Brescia Mobilità, alle fermate dei mezzi pubblici e alle stazioni, accompagnando la cittadinanza fino al grande appuntamento del 2023 e creando sempre più consapevolezza rispetto al prestigioso riconoscimento che le due città lombarde condivideranno tra poco più di un anno.
“È stato scelto il logo di impatto più diretto e al tempo stesso il più dinamico. — commenta il sindaco Giorgio Gori — Oggi la priorità è quella di fissare nella consapevolezza dei nostri cittadini l’appuntamento del 2023, così da vivere il prossimo anno come una sorta di lungo conto alla rovescia verso il nostro “anno della cultura”, iniziando a sottolineare l’alleanza e l’unicità di intenti tra Bergamo e Brescia. Questo aspetto è però destinato a diventare il vero cuore della comunicazione. Il logo che abbiamo scelto ha la versatilità per consentirci questa evoluzione: dalla data espressa con tratti semplici e colorati alla grande B rossa — il 3 di 2023 — che sovrappone le iniziali delle due città e si trasforma in un tratto semplice e facilmente memorizzabile, in grado di comunicare dinamismo e proiezione verso il futuro”.
Il percorso amministrativo
L’avviso di indagine di mercato per la selezione del visual brand Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 è stato pubblicato il 25 agosto ed è stato chiuso il 20 settembre. Le proposte pervenute sono state 52, da parte di 32 fra società/professionisti (ogni soggetto poteva presentare fino a due proposte grafiche). L’avviso ha suscitato in particolare l’interesse di agenzie/società dei territori di Bergamo e Brescia, ma non solo: 13 sono state le risposte arrivate da imprese con sede al di fuori delle due province.
Le fasi di selezione del logo si sono svolte con la generosa collaborazione dell’architetto Antonio Romano, considerato uno dei massimi rappresentanti italiani del brand design e fondatore del network Inarea. La proposta vincente, valutata in termini comparativi tenendo conto degli aspetti qualitativi indicati nell’avviso, è stata quella dell’agenzia AKOMI di Brescia.
Tra i parametri richiesti dal bando, particolarmente significativi son stati sin dall’inizio “l’aderenza rispetto all’identità delle Amministrazioni comunali; la riconoscibilità, ossia capacità di identificare con chiarezza l’evento Capitale della Cultura 2023 e di essere facilmente memorizzato; l’originalità; l’efficacia, garantita anche in contesti e con modalità limitate; flessibilità, ossia adattabilità in un sistema articolato di applicazioni. All’indagine dei due Comuni vincolante era anche l’esperienza dei soggetti, che dovevano essere in attività da prima del 2017 e dovevano aver realizzato, nei tre anni precedenti, lavori di livello nazionale o internazionale.
La descrizione del logo
La proposta progettuale si fonda sull’identificazione di un elemento semplice e lineare, la cui versatilità consente di fargli assumere di volta in volta differenti significati.
La forma è prima di tutto ispirata alla lettera B, iniziale condivisa dalle città di Brescia e Bergamo, ma è allo stesso tempo la cifra 3 di 2023, anno delle celebrazioni e dello slancio culturale di Brescia e Bergamo.
Il segno grafico, ricavato idealmente dalla curvatura di un elemento rettilineo, simboleggia la resilienza di due città che hanno sopportato un carico fisico ed emotivo pesantissimo. Un carico che le ha fatte curvare, ma sotto al quale non hanno mai ceduto, e che ha rinsaldato ulteriormente il loro legame.
Estrapolata dal marchio, la lettera B può venire completata e declinata in molteplici forme: una molla elastica… un gruppo di amici intorno a un tavolo… due persone che si abbracciano… un infermiere che esulta con le braccia al cielo perché il virus è stato sconfitto… una ballerina che danza in un teatro finalmente pieno… un homo preistorico di un’incisione rupestre.
Versatile e pieno di risorse, come le nostre città, il tratto rosso del marchio racconta anche le scienze e le tecnologie — diventando una resistenza elettrica e un alambicco — e la forza di un’idea, della ragione, tramite la luce sprigionata dal filamento di una lampadina. Ulteriori forme potranno emergere anche tramite un contest partecipativo.
Il marchio è pensato per essere presentato e introdotto nella versione comprensiva dell’anno 2023 in grafica — per costruire l’attesa verso l’anno delle celebrazioni — per poi spogliarsi progressivamente delle cifre e lasciare spazio al solo segno grafico, che potrà continuare a vivere e rappresentare i temi della cultura a Bergamo e Brescia anche negli anni successivi.
Akòmi
Fondata nel 2007 da professionisti che erano già attivi da alcuni anni in diversi ambiti della progettazione visiva e del design, negli anni l’attività di akòmi si è specializzata in progetti di comunicazione trasversali a diversi settori (musica, home video, food, promozione territoriale, real estate, insurance e finanza) con un approccio multidisciplinare. I servizi offerti contemplano, oltre all’advertising, la User eXperience, il marketing e la definizione strategica delle campagne di comunicazione.
«La mano che lo ha disegnato è quello di Massimiliano De Marinis — aggiunge Nicola Ghislanzoni, amministratore e fondatore di akòmi — ringraziamo lui e tutta la squadra, perché ciascuno, con la passione e dedizione dimostrata, ci ha permesso di ottenere questo bel risultato, che accompagnerà Bergamo e Brescia per tutto il 2023, facendo da filo conduttore di tutti gli eventi che comporranno il palinsesto di Anno della Cultura, ed anche oltre».
«La proposta progettuale del logo si fonda sull’identificazione di un elemento semplice e lineare, la cui versatilità consente di fargli assumere di volta in volta differenti significati», spiega Ghislanzoni. Il segno grafico, che evoca immediatamente la forma della lettera B e del 3, è ricavato dalla curvatura di un elemento lineare, che vuole idealmente richiamare l’emblematico tondino metallico, di cui Brescia è produttrice e Bergamo ampia utilizzatrice, simbolo sì del carattere operoso di bresciani e bergamaschi, ma anche della resilienza di due città che hanno sopportato per prime un carico fisico ed emotivo pesantissimo quale quello imposto dall’emergenza COVID-19, che le ha travolte nel 2020. Un carico che le ha fatte curvare, ma sotto al quale non hanno mai ceduto, una pressione che ha legato ancora di più due città che stavano già lavorando a un percorso condiviso, per scrollarsi di dosso tanti luoghi comuni, a partire da quello di un’accesa rivalità che, forse, alle volte hanno solo messo in scena senza crederci poi fino in fondo.