Cosa si fa a Bergamo per aiutare le persone ai margini

La Giornata Mondiale di lotta alla povertà diventa occasione per ragionare sulle misure e le azioni che Bergamo mette in campo a favore e in aiuto delle persone in condizioni di grave difficoltà.

Comune di Bergamo

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Oltre 160mila pasti somministrati e 24mila pernottamenti in favore di 1.150 persone in condizione di assoluta indigenza. Ciò è reso possibile da una storica presenza di servizi, capaci di intercettare i senza tetto e di dare una risposta ai vari bisogni, oltre che dalla nascita del PON-Te, progetto che riunisce i soggetti impegnati per la grave emarginazione, al fine di creare un sistema ancor più integrato ed efficace. Il dato delle persone accolte è significativo, circa 1.150, soprattutto se in relazione alla popolazione residente nel capoluogo bergamasco: il rapporto è vicino all’1%. Si tratta di un numero in lenta crescita negli ultimi anni per chiare ragioni macro-economiche.

Crescono anche i servizi di accoglienza: il Galgario, principale dormitorio della città, accoglie ogni anno tra le 600 e le 700 persone, a cui si aggiungono circa 200 persone negli altri dormitori, per un totale di oltre 24mila notti fruite. Le mense (Posto Caldo, Frati Cappuccini, Caritas e Nuovo Albergo Popolare) somministrano oltre 160mila pasti all’anno (più di 400 al giorno). L’unità mobile della Cooperativa di Bessimo assiste quasi 700 persone, di cui la metà senza dimora.

“Comune e Ambito 1 hanno creato un sistema importante di accoglienza per la grave marginalità che intendiamo maggiormente rafforzare attraverso un lavoro di condivisione e monitoraggio tra tutti gli enti. Sono stati istituti tavoli politici e tecnici con gli operatori anche di altri assessorati (per esempio la polizia locale) e tra gli operatori stessi della grave marginalità proprio per arrivare ad una forte servizio di orientamento, ascolto e osservazione dello stato di disagio in raccordo con tutte le strutture sociali e sanitarie presenti nel territorio. Le maggiori richieste portate ai servizi riguardano la soddisfazione dei bisogni primari come mangiare, dormire, assistenza medica, legale o burocratica. A Bergamo, come in tutto il mondo, da lunedì 14 ottobre 2019 e fino a domenica 20 ottobre sono in programma eventi e iniziative attorno al tema della povertà estrema, della grave emarginazione e della risposta che il territorio riesce a garantire.”

Marcella Messina, assessore ai Servizi sociali del Comune di Bergamo

Bergamo ha, infatti, una storica presenza di servizi per la grave emarginazione, gestiti da diverse organizzazioni che a partire dal 2018 stanno conducendo insieme “PON-te”, progetto finanziato dal PON Inclusione, il Programma operativo nazionale Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali finanziato con fondi europei FSE e FEAD. Obiettivo è costruire reti tra i soggetti che si occupano di grave marginalità, per creare un sistema ancor più efficiente. Il team, con capofila l’Ambito di Bergamo, è composto da Opera Bonomelli Onlus, Caritas Diocesana Bergamasca, Fondazione Diocesana Patronato San Vincenzo, con le Cooperative Ruah, Cooperativa sociale Il Pugno Aperto, Cooperativa Bessimo Onlus e Con-Tatto Servizi.

Nella prima metà del 2019 il progetto PON-Te ha raggiunto 499 persone, in maggioranza uomini (87%) e stranieri (63%). La maggior parte hanno tra i 30 e i 53 anni (circa il 71%), ma ci sono anche i giovanissimi (il 7% ha meno di 24 anni) e qualche ultrasessantacinquenne (una quindicina, pari al 2,6%). Il progetto si articola su quattro aree: la sperimentazione della metodologia housing first in cinque appartamenti (che presto diventeranno sette) ha coinvolto a oggi 9 persone per lo più italiane; la proposta di laboratori con finalità socializzanti che ha interessato una sessantina di persone senza dimora insieme a qualche decina di altri cittadini; la presa in carico di 37 persone senza dimora per periodi di degenza in seguito a ricoveri ospedalieri; infine l’attività di aggancio, difficilmente quantificabile, che riguarda la quotidiana presenza in strada delle unità mobili e i cosiddetti servizi “a bassa soglia”.

Oltre a una crescita in termini quantitativi delle persone che hanno trovato assistenza, l’incremento è stata anche di tipo qualitativo. Ciò è stato possibile grazie all’aggregazione e alla condivisione della progettualità da parte di tutti gli enti coinvolti che ha consentito di erogare servizi ancor più vicini alle persone. Oltre all’offerta di aggancio e di tipo alloggiativo, sono stati avviati una serie di processi per ridare cittadinanza alle persone in condizioni di assoluta indigenza”. I numeri in crescita indicano da un lato l’efficacia del progetto PON-Te, che non lavora in modo separato rispetto al più ampio sistema dei servizi sociali, e la capacità di costruire legami dei servizi. Dall’altro che la grave marginalità non appartiene più solo a una fascia ristretta di popolazione, ma si è allargata come conseguenza della crisi economica e della minor capacità reddituale delle persone”.

Giacomo Invernizzi, direttore Opera Bonomelli, ente capofila del progetto PON-Te,

Un dato che risulta eloquente è il numero di persone accolte durante il cosiddetto Piano Freddo, che nei mesi invernali ha messo a disposizione 32 posti aggiuntivi nei dormitori cittadini con l’obiettivo che nessuno dormisse per strada al gelo: sono state 397 le persone che si sono alternate in questi posti.

Oltre all’erogazione di servizi, il progetto PON-Te si pone anche l’ambizioso obiettivo culturale di portare nel dibattito pubblico la grave emarginazione, un tema complesso, capace di mettere in luce le tante contraddizioni di un sistema sociale che genera profonde diseguaglianze. Per contribuire a sensibilizzare la cittadinanza, è stata attivata la Pagina Facebook “Progetto PON-Te Bergamo”, uno spazio social in cui verranno raccontate le storie dei protagonisti, a vario titolo, della grave emarginazione: operatori, senza tetto e cittadini.

E proprio il tema della grave emarginazione sarà al centro delle iniziative dei prossimi giorni.

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