Come vedono la città di domani i 500 under35 di Visionary Bergamo?

Si sono ritrovati sabato 4 dicembre in fiera a Bergamo, dalle nove alle diciotto, per un evento a loro dedicato. Con il sostegno del Comune ha preso, infatti, forma “Visionary Bergamo 2021”, prima edizione di un vero brain-storming collettivo abilitato dall’intelligenza artificiale. Ecco cosa è emerso dalla giornata di sabato.

6 min readDec 6, 2021

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Una giornata-format ricca di contenuti finalizzata a fare democrazia digitale. Insieme ai partecipanti una rete sistemica pronta a recepire le istanze emersa dall’iniziativa. Una tema, la velocità. Una domanda di lancio a cui trovare una risposta durante le dieci ore previste dall’evento; quanto veloce sarà la Bergamo di domani?

Luca Andreini, una delle anime di Visionary Bergamo

Sei sessioni, ognuna con una tematica specifica da affrontare, legata alla domanda centrale e di durata 60 minuti ciascuna, questi ultimi suddivisi tra 15 minuti di talk sul palco e 45 minuti di confronto ai tavoli.

Due spazi: un palco centrale, dove vengono presentate le sotto tematiche attraverso scenari futuribili, al fine di ispirare e motivare i Visionari.

Tavole rotonde, ognuna con 6 partecipanti, il luogo dove gli input del palco vengono trasformati dai Visionari in proposte ed idee, supportati da un moderatore, che guida il tavolo e raccoglie gli output, inviandoli in live via tablet ad un team preposto alla raccolta dati.

A condurre Visionary Bergamo Marco Carrara e Chiara Piotto

E POI?

Tutto “il creato” viene elaborato in tempo reale da un team di redattori che lo trasforma in parole chiave e, durante il corso dell’evento, “riempie” il monitor centrale del palco, il Manifesto Dinamico dei Visionari, raccontando l’evoluzione dell’evento stesso. Viene inoltre stampato come supporto cartaceo e consegnato ad ognuno dei partecipanti alla fine della giornata.

Il lavoro per la realizzazione del manifesto di Visionary Bergamo 2021

Ma come è andata? Quali le visioni emerse?

Cosa è arrivato all’AI durante l’assemblea?

Ecco un’anticipazione.

AMBIENTE

Fonte AI — “Potenziamo gli spazi intorno all’Ateneo. Non ci sono luoghi, o non luoghi, in cui incontrarsi. E se mai ci saranno dovranno essere verdi, tanto quanto lo siamo noi.

Ristudieremmo volentieri il piano ciclopedonale sottraendo il più possibile gli incroci con strade aperte al traffico. Così per noi non basta.

Non possiamo fermarci sulle sacche verdi del centro, dobbiamo inglobare anche le periferie che si sentono più sole. Abbiamo bisogno della città. E poi è davvero necessario non avere un limite nella creazione di spazi commerciali?

Non ci capisco niente. È urgente rendere più accessibili e comprensibili gli orari dei mezzi pubblici. Altrimenti è disincentivante.

SOCIETÀ

Fonte AI — “Occorre rispondere in modo innovativo ai bisogni della società costruendo relazioni alternative tra pubblico, privato e terzo settore. Come modello economico, nella maggior parte dei casi è un ibrido, ovvero una combinazione tra profit e no profit dove contano sia la sostenibilità economica del progetto sia i suoi destinatari. In questo senso occorre accelerare.

La mia città dovrebbe stimolare l’inclusione formando figure predisposte a divulgarla e programmarla, un servizio del pubblico anche per il privato.

A Bergamo ci vedo bene un “Buddy system” che permetta a persone con disabilità (e non) di conoscersi per convivere con i propri limiti. Noto che qui dalle mie parti la gestione delle diversità viene troppo spesso delegata e confinata ad associazioni di volontariato, più che mai necessarie ma spesso chiuse nella loro retorica. Proverei a fare meglio”

CITTÀ

Fonte AI — “Non possiamo non parlare di agritech. Il monitoraggio delle colture, con modelli fitopatologici, umidità del suolo e condizioni delle piante sono per noi fondamentali. Le colture supportate dalla tecnologia risparmiano in media il 20% di sostanze fertilizzanti, il 30% sul consumo di acqua, il 40% sui trattamenti fitosanitari.

La città del 2050 per noi è fatta da soluzioni complete, come l’installazione di cestini intelligenti per ottimizzare la raccolta dei rifiuti o la digitalizzazione dei termovalorizzatori. Immaginiamo una cabina di controllo unica e pubblica, accessibile a tutti, dove poter garantire una distesa sicurezza territoriale capace di catalizzare attenzione e benessere.

Non esisterà poi una città intelligente se essa non farà parte di una rete più grande di città simili. Potremmo accettare una Bergamo iper-tecnologica circondata da una provincia ancora costruita su vecchie fondamenta? Il vero successo della smart-city risiede nella sua diffusione su scala provinciale e nazionale, senza dimenticare tutte le implementazioni necessarie nelle aree rurali.

EDUCAZIONE

Fonte AI — “Sono diverse le criticità rispetto a come si è mossa l’industria cartiera. Esiste una fetta della popolazione che la ritiene superata, soppiantata come supporto di immagazzinazione delle idee e delle informazioni anche dai QR code. C’è anche chi vede nell’uso della carta per puro piacere sensoriale una forma di identificazione elitaria e nel suo uso indiscriminato una fonte di lentezza tossica, soprattutto nella pubblica amministrazione, ancorata a polverosi archivi cartacei. E se fosse Bergamo la promotrice di un programma per rilanciarla?

Possiamo superare queste criticità pensando ad ulteriori applicazioni della carta nel prossimo futuro, ad esempio esplorando maggiormente il mondo dell’arredamento ecologico. E perché non sfruttare la necessità di preservare la carta nel mondo digitale per incentivare lo sviluppo di nuove app per smartphone e potenziare l’esperienza d’uso.

La carta deve uscire fuori dai territori. Veicolare messaggi e non essere solo funzionale.

I DATI

Sono state 6980 le frasi invitate alla tecnologia durante le 10 ore di lavoro. 500 i partecipanti di cui il 37,3% tra i 22>25 anni.

Il manifesto adesso verrà sottoposto ad un ulteriore analisi, sommata al database di tutto l’incontro. Tra i temi più decisivi per il prossimo futuro quelli dell’inclusione e della giustizia sociale.

Così, Vittorio Colao (Ministro per la transizione digitale) intervenuto in un dibattito con i ragazzi “I giovani sono gli azionisti del cambiamento ma sono sotto rappresentati. Possono e devono dare una spinta fondamentale in termini di innovazione”

Il ministro Colao durante il collegamento
Il team di Visionary Bergamo

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