Ci sono voluti 10 anni, ma finalmente se ne vede una fine
Parliamo del parcheggio/autorimessa di via Porta Dipinta, un lavoro interrotto sul nascere di fronte all’affiorare di importanti reperti archeologici. Dopo 10 anni di stop, è stato presentato circa due mesi fa un nuovo progetto (figlio di un lungo lavoro di confronto con l’Amministrazione e la Soprintendenza) e qualcosa finalmente si muove, con i primi lavori nell’area. Ecco quel che c’è da sapere.
Partiamo da lontano, dal 2005: è questo infatti l’anno in cui l’area oggetto dell’intervento è stata acquisita dalla Proprietà Maffeis. L’area si trova nel settore sud orientale di Città Alta, tra viale delle Mura e via Porta Dipinta, in prossimità della Chiesa di Sant’Andrea: dall’anno 2006, ha subìto un complesso iter procedimentale nell’intento di realizzare la previsione del vigente strumento urbanistico (“Piano Particolareggiato di recupero di iniziativa pubblica di Città Alta e Borgo canale”, in fase di revisione), consistente nella realizzazione di un parcheggio pertinenziale interrato e di un collegamento pubblico verticale tra Via delle Mura e Via Porta Dipinta.
L’intervento è stato da subito considerato di grande utilità pubblica: il ruolo di questo tipo di parcheggi pertinenziali è sempre stato infatti quello di “articolare l’offerta di aree per la sosta pertinenziale per i residenti e le attività economiche e culturali operanti in Città Alta; assorbire progressivamente l’offerta di stazionamento su suolo pubblico in superficie in Città Alta; sostenere l’accessibilità a funzioni rare e pregiate; attivare un sistema di circolazione prevalentemente periferico, rivolto ai residenti; garantire una offerta appropriata con moduli attivabili nel tempo e integrati con gli indirizzi già assunti dall’Amministrazione”.
Importante quindi sottolineare come lo strumento di tutela e recupero di Città Alta non neghi la possibilità di modificare lo stato di fatto dell’area, riconoscendo quindi la possibilità che la trasformazione sia “compatibile con la conservazione dell’immagine consolidata e della riconoscibilità del luogo, oltre alla necessità di reperimento di parcheggi pertinenziali”.
Ma vediamo la nuova proposta.
PROPOSTA DI NUOVO CONCEPT 2015–2018
Il nuovo progetto, presentato a Palazzo Frizzoni qualche settimana fa con una conferenza stampa insieme al Sindaco Giorgio Gori, è contraddistinto da una forte sensibilità storico -simbolica, in modo da valorizzarne la valenza e la suggestione che rappresentano l’area. Nasce da una lunga riflessione progettuale sull’esigenza, da un lato, di ripristino e restauro dei reperti archeologici esistenti per la loro fruibilità, e dall’altro, della realizzazione delle opere di forte valenza pubblica previste dal vigente dettato normativo.
Dal 2015 la proprietà ha lavorato a stretto contatto con Soprintendenza e #ComunediBergamo, una collaborazione volta a condividere ogni soluzione migliorativa proposta. Il progetto è stato depositato in data 19.02.2018, dopo quasi 3 anni di confronto.
Il progetto prevede la realizzazione di 51 posti auto privati interrati, in prossimità dell’area sita al primo bastione, che affaccia sulle Mura, raggiungibili attraverso un accesso dalla diramazione a fondo chiuso da Via Porta Dipinta, di proprietà del Comune di Bergamo, attraverso un montauto meccanizzato a scomparsa.
L’Amministrazione comunale, infatti, si è resa disponibile a concedere la servitù perpetua di passaggio dell’area, a fronte della cessione, da parte della Proprietà, dell’ambito interessato dal ritrovamento dei reperti archeologici. Tutti gli scavi quindi diventeranno pubblici.
I parcheggi consentiranno di rispondere ad una forte domanda dei residenti, eliminando l’utilizzo di spazi di sosta a raso, senza inficiare sull’attuale flusso di traffico di Via Porta Dipinta, date le modeste dimensioni ed esclusivamente destinato ai residenti.
Le strutture di sbarco e movimentazione non saranno visibili dall’esterno, garantendo il mantenimento dello stato dei luoghi. L’area archeologica, come evidenziato dalle prime analisi archeologiche e stratigrafiche e dalle ricerche storiche, appare interessata a nord da alcuni manufatti romani a cui si è sovrapposto nel tempo un minuto tessuto edilizio e un palazzo nobiliare (palazzo Calepio, poi Bottaini).
Il restauro e la ri-funzionalizzazione di alcuni degli ambienti ipogei, riportati alla luce (se ne ipotizza un uso ad enoteca letteraria, quindi a spazi per degustazioni, che fornirà informazioni utili inerenti la storia e la tradizione enogastronomica del territorio, nonché indicazioni storiche sul sito — ma al momento si tratta solo di un’ipotesi), creerà un utile presidio dell’area.
La copertura di queste aree sarà ripristinata a verde, mantenendo inalterato lo stato dei luoghi. Ogni scelta progettuale è stata attentamente valutata per ridurre ogni impatto visivo e strutturale sull’ambiente.
Non più, quindi, uno spazio statico da visionare, ma uno spazio attivo da vivere in cui arte, cultura e tecnologia si legano armonicamente tra di loro, mantenendo lo stato dei luoghi con la propria identità caratterizzante e, al contempo, renderlo stimolante visivamente e funzionale.
Il progetto ha ottenuto Parere Favorevole dalla Commissione paesaggio, nella seduta del 10.04.2018 ed il Parere Favorevole della Soprintendenza in data 2.08.2018