
«Bergamo più inclusiva e attrattiva con regole snelle, verde e servizi»
Il nuovo Pgt: sabato il via ufficiale al processo per la stesura dello strumento urbanistico Valesini: «Centrale il tema della residenza. Va superata la divisione delle aree per funzioni».
«Il 10 dicembre è stato consegnato il preliminare del documento di Piano, il 9 gennaio ci sarà il calcio d’ inizio virtuale. Ci saranno il sindaco, gli assessori, perché questo che stiamo preparando non è solo un piano di regole ma strategico».
Francesco Valesini, Assessore all’urbanistica del Comune di Bergamo
In parallelo «è partita anche la procedura Vas e il coinvolgimento delle varie realtà del territorio. Tutto con l’ obiettivo di arrivare nell’ autunno 2021 all’ adozione del nuovo Pgt». O meglio, «di un nuovo documento di piano e la revisione sostanziale di quello dei servizi e delle regole: in sintesi, sì, è un nuovo Piano di governo del territorio» concorda Francesco Valesini, assessore all’ Urbanistica.
Nuovo Piano e nuova squadra: se il piano vigente (adottato nel 2009 con l’ allora assessore Valter Grossi e la Giunta Bruni, approvato l’ anno successivo da quella Tentorio) poteva contare sull’apporto del ticinese Aurelio Galfetti e del genovese Bruno Gabrielli — scomparso nel 2015 — questa volta i consulenti esterni sono Ezio Micelli dello Iuav di Venezia, il milanese Laboratorio Permanente, e Francesco Sbetti, docente a Ferrara ed estensore di diversi Pgt. «Ci aspettiamo una revisione abbastanza radicale del documento esistente, all’ insegna di tre concetti: Bergamo più attrattiva, sostenibile e inclusiva» prosegue Valesini.



«Trasformazioni sotto le attese»
Con una consapevolezza di fondo, anzi due. La prima, partecipativa: «In questo momento così complesso un nuovo Pgt è un’ occasione di ripartenza che mi auguro la città sappia cogliere». La seconda, metodologica: «Serve un piano che sappia interpretare i tempi e i cambiamenti, tanto più ora, perché se consideriamo gli ambiti di trasformazione del Pgt attuale siamo molto sotto le attese: c’ è stata sì un’ accelerazione dopo la crisi del 2013 con la Montelungo, Chorus Life, gli ex Riuniti, Mangimi Moretti, ma sono tutte trasformazioni che non hanno al centro il residenziale» spiega Valesini. Che indica in «una certa macchinosità e complessità le ragioni del flop di strumenti pianificatori che restano comunque necessari».
Ma che vanno snelliti: «A Milano ora le norme sono contenute in solo 16 pagine: il modello è quello».
«Residenzialità centrale»
Il tema della residenza rimane centrale: «Bergamo non si espande più e quindi va ripensata attraverso la trasformazione del suo costruito. Le trasformazioni previste non sono andate come si sperava, e su questo bisogna riflettere». Una delle sfide da affrontare diventa quindi «l’ accessibilità, lavorare cioè lungo le linee del tram e delle ferrovie, presenti e future.
Concentrare su queste dorsali su ferro molte delle trasformazioni future della città: la T2, il prolungamento fino a piazza Matteotti, il collegamento con Orio, ma anche una migliore valorizzazione del tratto urbano della T1. Penso alla zona di via Ghislandi, per fare un esempio».
Sul commercio «alcuni temi erano già stati anticipati dalla variante 10 (consente di inserire nel perimetro del Distretto urbano del commercio esercizi con metrature tra i 400 e i 2.500 metri quadri — ndr) ma ora intendiamo riprenderli tanto più alla luce della ripartenza post-covid».
Con attenzione a quella che viene definita «indifferenza funzionale» e che si concretizza «in spazi e luoghi sempre più ibridati: la visione novecentesca di una città divisa per funzioni non ha più senso, deve essere spinta molto più in avanti favorendo trasformazioni di natura mista. Penso a zone come via Tortona a Milano, dove coesistono funzioni completamente diverse: non pensiamo ad una deregulation, ma credo si debba fare un passo avanti».
Verde e inclusività
Poi (ma non dopo) c’ è il tema del verde «che caratterizzerà in modo più pronunciato il nuovo Pgt: il progetto della cintura verde intorno a Bergamo rimarrà e sarà rafforzato, ma dobbiamo anche essere consapevoli del motivo per cui finora non è stato attuato come ci aspettavamo e quindi ragionare sugli strumenti che erano stati adottati, in primis la perequazione. Solo l’ 1'5% delle aree che costituivano la cintura verde è entrato nelle disponibilità del Comune: un chiaro fallimento che ci porta a dover modificare le scelte di fondo». Anche perché il quadro esterno è radicalmente mutato: «Se parliamo d’ inclusività dobbiamo saper guardare oltre: stiamo pensando alle scuole come hub di comunità, un luogo d’ inclusività che vada oltre quello tradizionale d’ istruzione pubblica, coinvolgendo associazioni e imprese. Spazi non solo aperti per le lezioni, ma anche dopo e a servizio dei quartieri, riutilizzando il patrimonio esistente».
Perché diversamente anche i conti rischiano di non tornare più: «Il Pgt vigente aveva un piano dei servizi molto ambizioso, 250 milioni di euro di finanziamento frutto anche di una forte edificabilità. Se ora è ben chiaro che questo tipo di crescita non è più sostenibile dobbiamo pensare anche a un diverso utilizzo dei contenitori per mantenere lo stesso livello di welfare urbano. Serve quindi un piano economico di sostenibilità più realistico». Fischio d’ inizio sabato 9 gennaio.
L’ appuntamento è per sabato alle 9,30 sul canale Youtube e sulla pagina facebook del Comune di Bergamo: «Presenteremo le linee strategiche del Pgt e il percorso di partecipazione, tema che mi riguarda molto da vicino» commenta Giacomo Angeloni, assessore che nel mazzo delle deleghe ha pure questa. «In questo percorso saremo affiancati da tre consulenti: Intwig, la Cooperativa Alchimia che ci aiuterà a gestire i gruppi di lavoro e la Fondazione Innovazione Urbana di Bologna che ci supporterà invece sul fronte del metodo».
Il percorso prevede due livelli per la costruzione del nuovo Pgt: «Uno territoriale, quartiere per quartiere attraverso le reti esistenti cercando però di ampliare il novero dei 1.300 soggetti che già le frequentano, in modo da farle diventare ancora più rappresentative». Il secondo livello comporta «la creazione di laboratori tematici incentrati sui tre concetti-chiave del piano: la Bergamo attrattiva, sostenibile e inclusiva».
L’ obiettivo iniziale «è anche quello di fare un lavoro quasi di spiegazione-traduzione dei concetti tecnici di un piano urbanistico, raccogliendo sì le giuste sollecitazioni dai territori ma anche illustrando cosa comportano nel concreto determinate previsioni per i propri quartieri. Così si può arrivare davvero ad un confronto reale sulle cose.
I laboratori avranno invece un taglio più da addetti ai lavori».
Un percorso che Palafrizzoni «ha necessariamente immaginato a distanza, stante la situazione, in un modo più semplice e semplificato possibile. Se poi le cose dovessero migliorare siamo pronti a ritrovarci di persona». (Dino Nikpalj, da L’eco di Bergamo del 4/1/2020)
