82mila mq di Parco Ovest 2 diverranno area verde finalmente pubblica
Su una superficie di 115 mila metri quadrati, 82 resteranno di verde e sulla volumetria delle parti edificabili, 13mila metri quadrati, il 75% saranno di rigenerazione urbana, ovvero in aree già attualmente costruite: parliamo di Parco Ovest 2, un’area privata sulla quale il proprietario e il Comune hanno trovato accordo non solo per preservare il più possibile gli spazi verdi, ma anche per creare una zona di interesse cittadino, con servizi e ambienti naturalistici, ricucendo, grazie ai due sottopassi previsti, i quartieri di San Tomaso e del Villaggio degli Sposi. E, con parco Ovest 1, diverrà il parco pubblico più grande della città.
In occasione dell’adozione del relativo piano attuativo, abbiamo cercato di sintetizzare la questione legata all’area al confine tra i quartieri del Villaggio degli Sposi e San Tomaso de’ Calvi rispondendo ai rilievi e alle critiche emersi negli scorsi mesi, sui social e negli incontri pubblici avvenuti per discutere il nuovo progetto. Abbiamo cercato di essere il più sintetici e chiari possibile.
Faranno una colata di cemento su un’area verde.
Non è così. In primo luogo, va ricordato che il cosiddetto Parco Ovest non è un’area pubblica, ma privata, con delle previsioni di costruzione che risalgono a un piano di governo del territorio approvato più di 10 anni fa. Su questa area, l’85% della superficie della proposta di Piano Attuativo, pari a 98 mila mq su un’area di dimensioni complessive di 115 mila, è lasciata ad area verde (82.838,13 mq) o riguarda aree già costruite da decenni in via di dismissione (14.925,08 mq): per aree in via di dismissione si allude all’attuale sede di Aprica, lungo via Moroni. La sede, infatti, sarà — nel giro di qualche anno — lasciata, demolita e proprio su quest’area si concentreranno le future costruzioni.
Tre torri di undici piani, uno scempio anche rispetto al cono visivo su Città Alta.
Il piano urbanistico generale, approvato dalla giunta Tentorio, riconosce da dodici anni, a questa area, 24 mila mq di edificabilità. L’Amministrazione ha ridotto, con fatica, del 20% questa previsione e concentrato il rimanente 70% circa in un’area già costruita (quella della sede di Aprica, appunto), proprio per evitare inutile consumo di suolo. Per questo e per lasciare il più possibile area libera anche all’interno di quella precedentemente costruita, si è deciso di sviluppare le costruzioni in altezza, prendendo a riferimento esempi con caratteristiche simili oggi considerati del tutto positivi, come il Bosco Verticale a Milano dell’architetto Stefano Boeri (edificio, questo, di ben 26 piani, contro gli 11 del caso in esame), realizzato non a caso in prossimità di uno dei più bei parchi urbani di ultima costruzione della città, la Biblioteca degli alberi. La scelta degli edifici e delle loro altezze è stata inoltro sottoposta e condivisa, per la prima volta in un piano urbanistico posto in questa porzione di città, con la Soprintendenza.
Non sono stati ascoltati i cittadini e le loro istanze.
Falso. Non si ricorda negli ultimi venticinque anni intervento urbanistico più “partecipato” di questo, prima ancora di esser adottato. Con l’assessorato alla Partecipazione e con l’operatrice di quartiere sono state promosse 4 assemblee pubbliche e un incontro con la Rete di Quartiere e hanno avuto risposta oltre 80 quesiti scritti di residenti e cittadini.
Non si deve assolutamente costruire, il parco va tenuto così com’è per preservare la biodiversità.
Non funziona così. “Così com’è” vuol dire lasciare un’area verde di 115 mila mq in mano ad un privato che l’ha legittimamente acquistata, potendone di conseguenza disporre come meglio crede. Se volesse ad esempio precluderne il passaggio, sarebbe sua facoltà poterlo fare, così come impedirne l’uso a pascolo per animali (o qualunque altro uso), come si vede in alcune immagini che sono state pubblicate nelle scorse settimane.
Al contrario, se l’area divenisse di proprietà pubblica — come avverrebbe nel caso di attuazione del piano di Ferretti -, la si potrebbe fare vivere e fruire. Ciò andrebbe a vantaggio di tutti e, soprattutto, dei quartieri più direttamente interessati, preservando quella biodiversità richiamata, dando certezza al fatto che rimanga verde. Se per questo fondamentale risultato si deve rinunciare al 12,5% di area verde (al netto del 2,5% di suolo occupato oggi dalla viabilità e da parcheggi esistenti), il sacrificio pare ben riposto.
Non viene garantito il corridoio ecologico che era stato promesso e auspicato.
Falso. Innanzitutto chiariamo cosa sia un corridoio ecologico: un corridoio ecologico è una particolare area verde, la cui funzione principale è quella di permettere il passaggio graduale tra un habitat e un altro. In questo caso, il corridoio è quello che consentirebbe la connessione tra aree verdi diverse, creando una “permeabilità” di aree che vanno dal sistema dei Colli di Bergamo fino al parco Agricolo a sud della città.
Il corridoio ecologico, per quel che riguarda Parco Ovest 2, viene non solo garantito, come sempre previsto, ma viene addirittura incrementato, grazie all’acquisizione di 13.870,92 mq di area verde esterna (a nord dell’attuale sede di Aprica, per capirci) e che si va ad aggiungere a quella del Piano Attuativo: questo consentirà di migliorare, attraverso un giardino pubblico esistente comunale, il collegamento a nord con la Stanza verde della Trucca. A sud, grazie alle risorse dell’intervento, verrà inoltre finanziato un tunnel di attraversamento della massicciata della ferrovia — per collegare il parco Ovest 2 al parco Ovest 1, altra area privata — e della circonvallazione per gli animali.
La connessione tra il parco ovest 1 e il parco ovest 2 non può ridursi a un semplice sottopasso.
Innanzitutto non si tratta di un unico sottopasso, bensì di due, uno a nord e l’altro a sud dell’area verde. Quest’ultimo, ovvero quello a sud, consentirà inoltre l’accesso da Villaggio degli Sposi alla nuova passerella ciclo pedonale di attraversamento della circonvallazione, infrastruttura che sarà realizzata con risorse provenienti da Parco Ovest 1 e che consente di collegarsi al quartiere di Colognola e attraverso di esso, al PLIS (Parco Locale di Interesse Sovralocale).
Il parco ovest non genera alcun beneficio al quartiere.
Falso di nuovo. Verranno realizzati, nei quartieri interessati, investimenti pubblici per quasi 7 milioni di euro, e cedute all’Amministrazione comunale o asservite ad uso pubblico aree prima private per una superfice pari a 101 mila mq. Considerando la cessione al Comune dei 130 mila mq di parco Ovest 1, al di là della ferrovia, si andrà a realizzare il parco più grande della città (230 mila mq, il parco Martin Lutero alla Trucca supera di poco i 205mila mq), collegando attraverso di esso tre diversi quartieri (San Tommaso, Villagio degli Sposi, Colognola) oggi del tutto separati da aree private e dalla presenza della ferrovia e della circonvallazione. Non solo: sono previste anche opere viabilistiche per cercare di intervenire e risolvere il nodo del cosiddetto “rondò imperfetto”, cioè lo svincolo dalla e per la circonvallazione che insiste tra i quartieri del Villaggio degli Sposi e Grumello del Piano. Difficile sostenere che tutto ciò non generi alcun beneficio alla collettività.
Il progetto prevede un centro commerciale, di cui non si sente il bisogno.
Non è vero. Il progetto non prevede alcun centro commerciale, ma un semplice market con una superficie di vendita di 1.400 mq (definita dal piano urbanistico di primo livello, appena al di sopra dei negozi di vicinato), la cui presenza è stata richiesta da molti residenti del Villaggio degli Sposi che oggi si devono spostare, per usufruire di identiche strutture, in altri quartieri.
Si svende la natura agli interessi privati.
La “natura” non viene svenduta in alcun modo, perché è già oggi di proprietà privata e solo grazie agli interventi previsti diverrà un bene pubblico comune, fruito e goduto da tutti i cittadini.
Si impermeabilizza il terreno, realizzando parcheggi a raso.
I parcheggi a raso rappresentano il 10% di tutto l’ambito, molti dei quali a servizio dello stesso parco. Un’area verde che, proprio per le sue enormi dimensioni, non può essere pensata solo a servizio del quartiere, ma chiaramente di tutta la città. Per questo motivo richiede un’adeguata dotazione di sosta.
Il parcheggio non può essere realizzato a raso, ma dovrebbe essere interrato o sul tetto dell’area commerciale.
I parcheggi verranno realizzati a raso con particolari accorgimenti che renderanno la loro superficie drenante. Se venissero interrati, andrebbero ad incrementare la superficie impermeabile (è chiaro, l’acqua può anche filtrare dal terreno sovrastante, ma incontrerebbe poi una superficie impermeabile appena sotto il livello della terra), con un risultato contrario a quello che si intende ottenere. Solo una parte dell’area di sosta riguarda il supermercato: realizzare questi stalli sopra la sua copertura porterebbe ad incrementare innanzitutto l’altezza di un edificio di 2.000 mq di superficie coperta, generando dei problemi di natura strutturale ed impiantistica incompatibili con questo tipo di destinazione.
Perché realizzare un albergo? Non ve ne è alcun bisogno.
La possibilità di realizzare un albergo, e lo stesso discorso vale per il supermercato, è prevista da dodici anni dal piano urbanistico generale approvato dall’Amministrazione Tentorio. Il fatto di realizzarlo lungo la circonvallazione, anziché lungo via Moroni, consente di evitare un’eccessiva concentrazione volumetrica solo in un determinata parte del piano. Una destinazione alberghiera lungo la circonvallazione pare inoltre plausibile, più che su via Moroni, visto l’importanza e il volume di mezzi che percorre il tratto di strada interessato. Chi sostiene dal punto di vista commerciale il contrario, si pone contro un’auspicabile forma di concorrenza, a svantaggio degli stessi fruitori di queste strutture ricettive, in una città che, dopo la pandemia e al netto della crisi in Ucraina, si aspetta un forte ritorno del turismo, nazionale e internazionale.
L’intervento previsto non è coerente con i documenti di piano.
Falso. L’intervento previsto non è solo coerente, ma del tutto conforme al Piano di Governo del Territorio vigente, approvato più di dodici anni fa dall’Amministrazione Tentorio e in via di completa riscrittura (con significative riduzioni dell’edificabilità fino ad ora concesse in città oltre che di allargamento delle aree sottoposte a tutela paesaggistica, con conseguente implementazione del perimetro del Parco dei Colli).